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Cronaca

Alluvione, 47 anni dopo: Firenze nella morte e nel fango si fece speranza

Sono già passati 47 anni dal 4 novembre 1966. Cosa rimane oggi dei giorni dell'alluvione? Cartoline, le tacche sui muri. Un lutto sfuocato dal tempo. Eppure Firenze è stata anche acqua, disperazione e resurrezione

Sono già passati 47 anni dal 4 novembre 1966. Cosa rimane oggi dei giorni dell’alluvione? Le tacche sui muri del centro, quel ‘l’acqua arrivò fin qui’, le foto in bianco e nero, il fiume in piena a San Firenze. Resta un ricordo opaco perché sbiadito dal tempo. Un lutto sfuocato, custodito da chi c’era e raccontato a chi è arrivato quando del 4 novembre non c’era più traccia. Eppure Firenze è stata anche acqua, disperazione e resurrezione.

“Firenze devastata dell'Arno vive con calma ore tragiche”. Così titolava la Nazione il 6 novembre 1966. Due giorni prima Firenze fu squartata dall’acqua, dal fango, dalla paura, dai morti. Il primo segnale della catastrofe ci fu intorno alle 2 di notte quando il Mugnone, affluente dell'Arno, irruppe con tutta la sua violenza alle Cascine. Di lì a poco la tragedia. Mezz'ora più tardi, verso le 2,30, l'acqua entrava nelle strade della Nave a Rovezzano, poi Varlungo, San Salvi. Gavinana, con allora i suoi 50mila abitanti, fu subito stretta e stritolata in quella morsa torbida. Le urla, l’incredulità, le corse verso piani più alti, o quelle a salvare il salvabile. I primo morti. Era solo l'inizio.

Argini gonfiabili contro le piene dell'Arno

Oltre 4mila metri cubi al secondo la portata dell’Arno in quelle ore drammatiche. La piena entrava dentro Firenze distruggendola, mortificandola, ferendola fin nel profondo. Alle 4, forse prima, le acque marroni, infangate, invasero il cuore della città: Lungarno Cellini, San Niccolò, Santo Spirito, San Frediano, l'Isolotto, San Bartolo a Cintoia. Centimetri per pochi secondi, poi i metri, due tre, 5 all'interno della tipografia della Nazione. ‘Moriva’ Firenze e moriva l'Italia, il mondo. E morirono i fiorentini. Trentasei rimasero schiacciati dalla furia del fiume: 17 a Firenze, l’altra metà nei comuni limitrofi. Fango, fango dappertutto, una città ricoperta di fango e disperazione; sangue, crolli, l’offesa profonda ad uno dei patrimoni artistici più importanti dell’intera umanità.

4 novembre 1966 - l'alluvione di Firenze

Ma nei giorni immediatamente dopo la tragedia, quando tutto era saltato, quando Roma tardò nei soccorsi, Firenze seppe alzare il capo. E poi ci fu il miracolo. Le immagini in bianco e nero della città fecero il giro del mondo e il mondo adottò Firenze. In migliaia accorsero per preservarne la sua luce. Li chiamarono Angeli del Fango, volti consegnati alla storia dagli scatti fotografici del tempo, solidarietà pura, granitica, già mitologia. Decine di migliaia di mani, file indiane lunghissime, pale, scope, stivali.

COMMEMORAZIONE - È per questo che oggi “il consiglio comunale – ha ricordato il presidente dell’assemblea – Eugenio Giani ricorderà solennemente l’anniversario dell’alluvione del 1966, a 47 anni di distanza, vista la coincidenza che quest’anno favorisce il giorno di lunedì in cui si svolge la seduta, con l’anniversario del 4 novembre”. E ancora: “Lunedì alle 12.30 insieme ai consiglieri comunali getterò in Arno la corona di fiori in ricordo delle 36 vittime dell’alluvione. Un ricordo ma anche un monito, perché gli interventi a cui le amministrazioni pubbliche sono chiamate impediscano per il futuro una catastrofe come fu l’alluvione del 1966 ma anche le precedenti 18 occasioni di allagamento di cui dal XIII secolo in poi abbiamo memoria. Una cerimonia a cui, mi auguro, parteciperà anche la cittadinanza”.

L'ALLUVIONE DI FIRENZE A 'LA STORIA SIAMO NOI' | VIDEO

Poi i lavori dell’aula che si riunirà alle 14.30 con il duplice scopo da un lato di ricordare e illustrare le occasioni di commemorazione che porteranno nel 2016 a vivere un momento di intensa organizzazione di convegni e ritrovo degli angeli del fango, a 50 anni dall’alluvione; dall’altro di fare il punto degli interventi relativi all’assetto idrogeologico del corso dell’Arno al fine di prevenire in futuro catastrofi. A proposito introdurrà i lavori il presidente del consiglio Eugenio Giani, seguiranno gli interventi del sindaco Matteo Renzi, di Erasmo D’Angelis, sottosegretario competente del ministero dei lavori pubblici e infrastrutture per gli interventi sui corsi d’acqua, e di Gaia Checcucci segretario generale dell’Autorità di Bacino dell’Arno. Interverranno i capigruppo di tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale per arrivare ad un ordine del giorno, auspicabilmente unitario, che segni l’impegno del consiglio comunale di Firenze su questo tema.   

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