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Cronaca Centro Storico / Piazzale degli Uffizi

Galleria degli Uffizi, l'antica collezione ha un nuovo autoritratto: Andrea Martinelli

L'artista pratese dona al celebre museo una grande tela rappresentante se stesso. Saranno visibili anche tutti i bozzetti che hanno portato all'opera finale e delle foto in bianco e nero

L'artista toscano Andrea Martinelli dona il proprio autoritratto alla Galleria degli Uffizi. L'opera andrà ad aggiungere un tassello importante alla collezione “Autoritratti” del celebre museo, in costante arricchimento, la più antica e prestigiosa del mondo. La tela di Martinelli è intitolata “La bocca”: una grande tavola che misura due metri d’altezza per 140 centimetri di base, dipinta con tecnica mista.

“L’iniziativa – ha detto Andrea Martinelli – è nata anni fa per volontà del Direttore degli Uffizi, Antonio Natali, che mi chiese un autoritratto per la collezione della Galleria. Ci siamo rivisti lo scorso inverno e io mi sono messo a lavoro iniziando un percorso fatto di disegni e bozzetti, di immagini ironiche e altre inquietanti. Si è trattato di un’esperienza nuova, che mi ha permesso di lavorare su me stesso. Alla fine ho scelto un’opea dove appaio più sereno, una sorta di sogno, anche se poi non si sa bene se è un incubo. Di certo – ha concluso Martinelli – mi rappresenta”.

In concomitanza con la donazione, nella Sala del Camino (al Piano Nobile dell’edificio vasariano) è allestita la mostra in cui, oltre all’Autoritratto di Martinelli, sono visibili una ventina di disegni e bozzetti preparatori che rappresentano il percorso seguito dall'artista per giungere all’opera finale. Nella stessa saletta espositiva si aggiungono alcuni scatti in bianco/nero che il fotografo di fama mondiale, Gianni Berengo Gardin (con il quale l’artista pratese collabora ormai da circa dieci anni), ha eseguito durante il lavoro preparatorio dell'opera di Martinelli.

Lo scrittore Sandro Veronesi aggiunge una critica personale sulla grande tela: “Quando un pittore fa un ritratto prende, ma quando fa un autoritratto dà. Nei ritratti la menzogna è la regola del gioco: mente il soggetto in posa, il pittore prende la sua menzogna, la lava e gliela restituisce aggiungendovi la propria. Nel mezzo, imprendibile, però lì, a un passo, la verità – del soggetto, del pittore. Andrea Martinelli è ormai un maestro del ritratto, e questo gioco lo conosce bene. Ma negli autoritratti tutto cambia, soggetto e pittore coincidono, e mentire diventa impossibile”.

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