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Cronaca

Aggredì poliziotti penitenziari mentre andava al processo per la bomba alla libreria di CasaPound: anarchico condannato

Pierloreto Fallanca, detto "Paska", faceva parte del commando che piazzò la bomba contro CasaPound. L'eplosione causò gravi ferite all'artificiere della polizia di Stato Mario Vece

Il tribunale di La Spezia ha condannato a 8 mesi Pierloreto Fallanca, detto Paska, 33 anni, nativo di Tera­mo e fiorentino 'd'adozione', figura di spicco nell’am­biente anarcoinsurrezionalista nazionale.

Fallanca era finito imputato per aver aggredito gli agenti del­la polizia penitenziaria che dovevano accompagnarlo al processo per il pacco bomba piazzato nel Capodanno 2017 davanti alla libreria Il Bargel­lo, a Firenze, storicamente fre­quentata da esponenti di CasaPound.

L’esplosione dell’or­digno ferì gravemente l’artifi­ciere della polizia Mario Ve­ce, che perse una mano. "Paska" finì per questo nel carce­re di Villa Andreino, sotto il quale vennero organizzate alcune manifesta­zioni di protesta a cui parteciparono decine di sim­patizzanti della'rea anarco-insurrezionalista.

Ed è proprio nella struttura di via Fontevivo, riporta il Secolo XIX, che è accadu­to l’episodio discusso nel pro­cesso. Un processo blindatissimo, con udien­za a porte chiuse e palazzo di giustizia sorvegliato da nume­rose pattuglie di carabinieri e polizia.

La ricostruzione

Era l’8 novembre 2018 e la po­lizia penitenziaria, spiega il Secolo XIX, avrebbe dovuto accompagnare Fallan­ca dalla sua cella al furgone che l’avrebbe trasportato a Fi­renze per il processo del pac­co bomba (in primo grado è stato condannato a 9 anni e sei mesi di carcere insieme ad altri due complici).

Cinque agenti subirono resistenza, secondo l'accusa, due anche delle lesioni. "Non è andata come hanno riferito le guardie, mi hanno picchia­to", ha dichiarato di contro in aula Fal­lanca che, dopo un periodo di detenzione, oggi è libero.

Il suo legale – l’avvocato Fabio Sommovigo – ha evidenziato alcune incongruenze a suo pa­rere affiorate nella fase dibat­timentale, ma tutto ciò non ha convinto il giudice Marta Perazzo che ha condannato l’anarchico a otto mesi di car­cere per resistenza e lesioni, a fronte di una richiesta di un anno e sei mesi presentata dal pm onorario Raffaele Giumetti.

Durante il processo è emerso anche che l’area del carcere in cui s’è verificato l’e­pisodio contestato avrebbe dovuto essere videosorveglia­ta, ma gli agenti hanno spiegato che in quel periodo le telecamere erano fuori uso.

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