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Cronaca

Amianto a scuola, Firenze riparte a Sinistra: "Intervenire subito"

Dopo il riemergere della storia dell'amianto all'ITI Leonardo Da Vinci, il gruppo guidato da Tommaso Grassi chiede di sbloccare la burocrazia e arrivare ai fondi che permettano la bonifica. La soluzione sembra una sola: "Abbattere e ricostruire".

Dopo il riesplodere del caso amianto all'ITI Leonardo Da Vinci di via del Terzolle, la politica comincia a muoversi. “Dai controlli del Comune e da quanto appreso durante il sopralluogo pare non vi siano situazioni d'emergenza, ma la situazione in cui versa l'istituto, nella sede del biennio, è ad alto rischio”, dichiarano i consiglieri comunali di Firenze riparte a Sinistra, Tommaso Grassi, Giacomo Trombi e Donella Verdi.

Le pareti di parte della struttura sono in materiali che contengono amianto, e la cosa, come venuto fuori nei giorni scorsi, è risaputa da tempo. Con l'amianto non si scherza, c'è di che preoccuparsi. “Lo dimostrano le sorprendenti condizioni che studenti e docenti sono costretti a rispettare”, continuano i consiglieri, alludendo ai 'particolari divieti' vigenti nella scuola: non graffiare o bucare le pareti, non sbattere la porta, non correre.

Come intervenire? Il partito di Grassi chiede di agire subito, senza perdere altro tempo. “Il Comune è proprietario dell'edificio, proponiamo che si attivino subito le pratiche per il passaggio di proprietà alla città metropolitana. Non dovrebbe essere difficile, visto che Dario Nardella presiede entrambi gli enti, uno come sindaco e uno come presidente”. Dopo il passaggio di proprietà, infatti, la burocrazia potrebbe sbloccarsi.

“A quel punto - spiegano infatti i consiglieri -, l'ITI potrebbe candidarsi ai bandi regionali e nazionali che danno fondi per il recupero e la riqualificazione delle scuole”. Una richiesta secca anche alla Regione presieduta da Enrico Rossi, confermato candidato del Pd alle elezioni di maggio: “Invece di dare 9 milioni di euro alle scuole paritarie (cioè, in sostanza, private ndr) si occupi di strutture in emergenza come il Leonardo Da Vinci”.

La strada percorribile, però, sembra una sola: “Arrivare il prima possibile ad avere quei 7 milioni di euro necessari alla demolizione e ricostruzione della scuola”.

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