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Amianto nell'acqua di Firenze? Ma "Non è detto che faccia male"

Botta e risposta tra perUnAltraCittà e Publiacqua; prima l'amianto nell'acqua del rubinetto, poi le perdite che non corrisponderebbero nel totale dei metri cubi fatturati

Quanto accade nel capoluogo toscano ha dell'incredibile: nel botta e risposta a distanza non viene esclusa la presenza dell'amianto nell'acqua. 
La rivista di perUnAltraCittà, il movimento creato da Ornella De Zordo, denuncia la presenza di 225 km di tubature in amianto lungo le condotte gestite da Publiacqua a Firenze, Prato e Pistoia, tubature vecchie che potrebbero dunque rilasciare fibre nel liquido trasportato?
Su "La Città invisibile" si legge "Il 36% di queste condotte sono rami principali, cioè tubi che portano l'acqua dagli impianti di prelievo ai rami secondari. Eppure la stessa Publiacqua dichiara di non avere un piano di sostituzione delle condotte in amianto, sulle quali interviene solo quando si verifichino perdite di acqua".

Una denuncia che parte dagli accertamenti, avvalorati da mappe con le tubature contenenti amianto che la stessa Publiacqua ha messo a disposizione, eseguiti da Ginevra Lombardi, docente e attiva nella campagna per l'acqua pubblica, al suo fianco Gian Luca Garetti di Medicina Democratica. 
"Publiacqua, che fa pagare una delle bollette più care d'Italia, ha le reti peggiori della Toscana e perde il 51% dell’acqua che immette in rete. Gli interventi di manutenzione sulla rete non garantiscono una gestione efficiente del problema delle perdite di acqua e sembrano assolutamente inadeguati ad affrontare e risolvere il problema delle condotte in amianto. Publiacqua, conclude Lombardi, fino al 2014 ha riscosso dalle nostre bollette 69 milioni di euro per investimenti che non ha mai realizzato".

Publiacqua dopo la lettura dell'articolo replica: "Vogliamo sottolineare come per l’amianto-cemento l’OMS in relazione ai potenziali effetti negativi per la salute conseguenti alla ingestione di fibre di amianto, ha confermato di non ravvisare la necessità di stabilire valori guida di riferimento per le acque destinate al consumo umano, in quanto non esiste consistente evidenza che le eventuali fibre ingerite siano dannose per la salute". Non viene esclusa la possibilità che fibre di amianto possano trovarsi all'interno dell'acqua del rubinetto, ma viene scelta la linea della non dichiarata pericolosità di ingerimento.

"L’amianto-cemento è un materiale utilizzato anche per le tubazioni acquedottistiche tra gli anni ’50 e ’70 - prosegue l'ente - Publiacqua non ha mai utilizzato questo materiale e procede alla sua sostituzione con tubazioni in ghisa ogni qual volta le preesistenti tubazioni in amianto-cemento non risultano più efficienti. La sostituzione massiva di tali tubazioni, circa 223 Km sui circa 9.800 Km di rete acquedottistica, comporterebbe un impegno di circa 200 milioni di euro" questione di soldi dunque, non di salute?

Perdite contenute. "Vogliamo sottolineare come la media delle perdite sul territorio di Publiacqua si aggiri intorno al 30%. Una percentuale ben inferiore al 51% riportato dalla nota diffusa alla stampa da perUnaltracittà e che comunque Publiacqua sta lavorando per ridurre drasticamente attraverso la distrettualizzazione".

PerUnAltraCittà non accetta la linea difensiva dell'Azienda, alla luce dei recenti casi di cronaca e delle azioni legali scaturite dai casi riguardanti l'amianto, molti passi in avanti sono stati fatti riconoscendo la pericolosità del materiale che necessita di essere smaltito con estrema precauzione.
"C'è forse una legge che proibisce di mettere l'antrace nelle tubature dell'acqua? - domanda Ornella De Zordo - Eppure nessun gestore ce lo mette, è scontato, perché come per l'amianto si tratta di un materiale chiaramente pericoloso per la salute. Ed è per questo che l'Oms non vieta. La rete perde il 51%, ed è un dato contenuto nell'ultima relazione dell'Autorità Idrica Toscana. Se non è così Publiacqua spieghi perché preleva 167 milioni di metri cubi presenti sul territorio per fatturarne solo 85 milioni. Esattamente il 51%. O esiste un mercato occulto di cui non siamo a conoscenza?"

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