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Amianto nell'Acqua di Firenze: via ai controlli in Toscana, ma senza limiti

Un tema affrontato con costrizione da parte della Toscana quello sulla rete idrica obsoleta ed i pericoli derivanti dalla fibra cancerogena dell'amianto

Attenzione. L'acqua del rubinetto potrebbe contenere amianto: non avendo però limiti minimi e massimi tollerabili dall'organismo non è possibile stabilirne la pericolosità o meno. E' questo in sintesi lo stato attuale del 'Caso' delle tubature in amianto che trasportano ogni secondo l'acqua potabile di Firenze e circondario. 

"Il Tavolo coordinato dalla Regione costituito per affrontare la questione dal punto di vista sanitario e scientifico ha programmato le azioni da intraprendere e prime tra queste i campionamenti delle acque. Campionamenti che ad oggi hanno dato risultati tranquillizzanti" così gli assessori regionali Anna Rita Bramerini e Luigi Marroni, ma hanno anche aggiunto "abbiamo provveduto a scrivere al Ministero dell'Ambiente e a quello della Sanità per chiedere che sia fissato un valore limite di legge anche per l'amianto che ad oggi, in base alla normativa italiana, non rientra nei parametri da analizzare" e questo ha messo in allarme sul valore dei termini "risultati tranquillizzanti".

Quando c'è un problema ecco che spunta un "Piano". La Regione Toscana e l'Autorità Idrica hanno annunciato di voler definire un "Piano di Monitoraggio delle tubature inquinate" presenti nella rete regionale. Il monitoraggio non era altro che una delle richieste avanzate dai cittadini dopo la notizia dei 250km di tubature in uso a Publiacqua e contenenti cemento amianto. Una richiesta disattesa da Publiacqua e da Palazzo Vecchio che hanno ostentato serenità, salvo poi presentare mozioni che invitavano il sindaco ad approfondire l'argomento, mentre è stata raccolta invece dalla Regione.

Il Monitoraggio promesso dalla Regione avrebbe però un grande limite secondo gli attivisti che in poco tempo hanno raccolto oltre 2000 firme per la petizione "No Amianto". Gli assessori regionali ad Ambiente e Salute, Anna Rita Bramerini e Luigi Marroni avrebbero "sottovalutato il mesotelioma all'addome e quello alla pleura, che - secondo gli esperti dei movimenti - sarebbero causati dall'amianto a prescindere dalla quantità di contatto". 

La Toscana chiede aiuto al governo affinché “sia fissato un valore limite di legge". Quindi - è questa la domanda - "un cittadino può bere acqua contenente amianto purché il numero di fibre risulti essere sotto una soglia fittizia stabilita a tavolino?" Può far male, basta non eccedere, come con il vino?

La Campagna “No Amianto Publiacqua” invita a riflettere sul livello di conoscenza scientifica che sta alla base delle decisioni prese chiedendo al presidente Enrico Rossi, "perché si continua a ignorare il DM del 14 maggio del 1996 che impone una rapida sostituzione delle condotte in amianto e il controllo della presenza di fibre nell’acqua potabile interessata da tubazioni in amianto".

La beffa, a pagare per il danno saranno i cittadini. Alessandro Mazzei, direttore dell'Autorità Idrica, ha spiegato infatti che "l'eliminazione dei tubi sarà fatta pagare con l'aumento della tariffa in bolletta", una dichiarazione definita "intollerabile, visto che Publiacqua ha già la bolletta più cara d'Italia e che solo quest'anno ha spartito tra i soci ben 47 milioni di euro di utile" replica la Campagna chiedendo che "a partire dal 2015 sia predisposto un piano triennale di eliminazione delle condotte in amianto, in piena sicurezza per i lavoratori e senza attendere il nuovo piano d’ambito che entrerà in vigore dopo il 2021".

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