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Cronaca

Alfonso De Virgiliis ci ha lasciati

Il ricordo del medico curante

La parola dignità deriva dal concetto di merito. Un merito che attinge alla caratteristica più interiore ed elevata dell’individuo, un merito che riguarda l’autentica condizione dell’uomo da cui viene attribuito il senso ed a cui si riferisce. Alfonso de Virgiliis era un uomo di merito, nel senso più ampio del termine. In qualità di suo medico curante l’ho conosciuto; nei tanti anni in cui l’ho avuto tra i miei assistiti, l’ho conosciuto bene ed ho potuto capirne le caratteristiche che non esponeva e pure riguardavano la sua naturale essenza di uomo di altri tempi, con caratteristiche non comuni di lealtà e di pregio. Lo ricordo, lo ricordo come vederlo adesso quando lo incontravo e mi guardava con sapiente e paterna delicatezza osservando in me una giovinezza a cui attingeva da un punto di vista medico e di cui era ammirato e concorde insieme. L’ho conosciuto bene e l’ho osservato con la giusta attenzione, sia medica che umana. Sapeva di essere un paziente come altri  e nel suo essere non comune si accontentava comunque di un ruolo a cui doveva attenersi. In quel ruolo egli era come tutti utente ad un Servizio, ma si distingueva per una naturale disposizione al rigore ed alla dignità di cui era portatore sicuro ed altero. Se ne è andato in silenzio rispetto al rumore mediatico che spesso aveva avuto nella sua Firenze, che oggi lo commemora con commosso ed adeguato pensiero. Alfonso, ti ricordo con affetto. Mi firmo come tu mi chiamavi:  la Tua Dottora.

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