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Cronaca Pontassieve

Chi è la donna dell'aggressione a Salvini a Pontassieve

E' di origine congolese ed è impegnata in un progetto di servizio civile per il comune. Un anno fa aveva subito un'aggressione razzista

 Si chiama Auriane Fatuma Bindela, ha trent'anni, è di origine congolese, ha un regolare permesso di soggiorno, nessun precedente penale ed impegnata in un progetto di servizio civile alla polizia municipale del comune di Pontassieve la donna dell'aggressione a Salvini a Pontassieve. 

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Chi è la donna che ha aggredito Salvini a Pontassieve

Il segretario del Carroccio era a Pontassieve per un'iniziativa elettorale quando lei gli si è avvicinata e gli ha urlato "Io ti maledico". Poi gli ha strappato il rosario dal collo e la camicia prima di essere fermata e interrogata dalla Digos, che ha poi fatto sapere che la donna non aveva partecipato alla contestazione al segretario della Lega inscenata poco prima. Ora rischia una denuncia per violenza privata, turbamento di comizio elettorale e resistenza a pubblico ufficiale. Secondo la polizia la donna era in "evidente stato di alterazione psico-fisica" e il gesto non aveva alcuna premeditazione. Lei è laureata e attualmente impegnata nel sociale. Il Corriere della Sera riporta le prime parole del Capitano sulla vicenda:

«Episodio isolato», taglia corto lui. La regola del basso profilo che si è imposto per le Regionali 2020 non viene smentita neppure a Pontassieve. Gli sfugge soltanto un «certo, se la camicia fosse stata strappata a Conte o a Zingaretti, sai che coro...». Parla dei messaggi di solidarietà della politica che sono arrivati ieri — in realtà, da tutti i partiti — dopo l’episodio. [...]

«Non so se fosse quella l’intenzione, io mi sono trovato questa persona di fronte all’improvviso, non so che cosa avesse in mente. Però mi ha stupito che nel mettermi le mani addosso abbia strappato proprio le due catenine, sembrava che puntasse a quelle»..

Come ricostruito dalla Questura, il gesto non è legato alla contestazione degli oppositori di Salvini. Il segretario della Lega ha smorzato i toni anche nella successiva diretta: "Alla persona che mi ha aggredito dico che mi dispiace per te, ma non porto rancore, ti perdono, capitolo chiuso, andiamo avanti. Non uso questo gesto, di cui avrei voluto fare a meno, per fare campagna elettorale. Questo episodio non mi ha impaurito ma mi ha solo stupito in negativo. La Toscana non è questo, non è violenza, ma è inclusione, rispetto, confronto".

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Auriane Fatuma Bindela

Auriane Fatuma Bindela, riferisce ancora il quotidiano, è nata in Congo il 18 ottobre 1990 e vive da molti anni a Pontassieve, dove da gennaio 2020 è impegnata nel servizio civile per il Comune nel progetto «La scuola, l’ambiente ela comunicazione istituzionale». Per questo è difficile pensare per lei a uno "stato di alterazione psicofisica": 

È una giovane ben inserita, che parla e scrive in perfetto italiano, finora incensurata, laureata nel 2016 alla triennale in Economia dello Sviluppo con una tesi sulla cooperazione internazionale, che partecipa spesso alle iniziative del comitato «In BiancoeNero», una realtà che si occupa di progetti di solidarietà verso l’Africa: lei stessa è stata relatrice in alcune serate organizzate dal comitato.

Auriane, in passato, si è anche impegnata in progetti come quello per la creazione di una scuola di cucito per ragazze madri a Kinshasa. È un volto noto in paese, ha lavorato come cameriera in una piccola enoteca del centro storico di Pontassieve. «Guai a parlare di una persona con problemi psico-fisici, come ho sentito dire da molti in queste ore: Auriane è una ragazza intelligente, integrata, colta, impegnata e pacifica, che forse ha solo perso la lucidità per un minuto», racconta un amico.

La donna però un anno fa era stata vittima di un'aggressione razzista. "Vattene dall’Italia, scimmia, torna a casa tua", le aveva urlato qualcuno alla stazione di Pontassieve sputandole. All'epoca la sindaca della cittadina Monica Marini le espresse solidarietà su Facebook: "Ho appena chiamato la ragazza, che conosco da tempo, per portarle la vicinanza mia e di tutta Pontassieve. Ho sentito dolore, rabbia, sentimenti che non merita di provare.Non ti abbattere, non sei sola contro questo schifo. Lo schifo di chi fa campagna elettorale cavalcando l’onda di questi rigurgiti subumani, ammaliando persone fragili con pulsioni violente, ma col Vangelo in mano. Scusatemi ma credo in un’altra idea di mondo, credo nella Pontassieve colorata e antirazzista che ho l’onore di governare". Oggi Marini condanna il suo gesto: "Esprimo la mia ferma condanna per questo gesto isolato, che non ha nulla a che vedere con le proteste di oggi che si sono svolte pacificamente: si deve essere sempre fermi nel condannare ogni gesto o parola violenta che non dovrebbero mai entrare nel confronto politico". 

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