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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Affitti, studenti spremuti a sangue: “Anche 600 euro per una stanza”

Le testimonianze degli universitari dell'Udu, in una denuncia congiunta con Cgil e Sunia: “Scelte politiche sbagliate, favoriti studentati di lusso e rendita parassitaria”

Un far west, un incubo, il regno della illegalità. Sono alcuni degli epiteti che studenti e associazioni utilizzano per definire il mercato degli affitti agli universitari.

“Viviamo in cinque in un appartamento di novanta metri quadri, con tre stanze singole ed una doppia. In tutto paghiamo 1.800 euro al mese”. Più spese, ovviamente. Nei pressi della stazione di Rifredi.

A raccontarlo è Alberto, 23enne di Piombino, iscritto all'ateneo fiorentino ad una magistrale di Lingue e letterature europee e americane. L'occasione è la conferenza stampa congiunta di questa mattina convocata da Udu, l'Unione degli Universitari, Cgil e Sunia, il sindacato degli inquilini, per denunciare una situazione sempre più fuori controllo.

La cifra che riporta Alberto parla chiaro. “E' ovvio che ai proprietari conviene affittare agli studenti, stanza per stanza, perché quella cifra affittando ad una famiglia non si prenderebbe. Siamo arrivati a canoni folli, anche 600 euro a stanza”, denuncia Laura Grandi, segretaria di Sunia Firenze. Negli uffici, nelle scorse settimane, è arrivato un annuncio che andava oltre. “Per una camera 'grande' in San Frediano, di 16 metri, si chiedevano 650 euro, mentre per una 'piccola', di 11 metri, 540 euro. Pazzesco”.

A tirare verso l'alto i prezzi, come ormai noto, l'esplodere degli affitti brevi per turisti. Ma non solo. “La scelta di puntare sugli studentati di lusso, dove si pagano tra i 700 e i mille euro, è stata profondamente sbagliata. Il sindaco Nardella ha detto che in quello che sorgerà alle ex Poste di via Pietrapiana si pagheranno 'solo' trenta euro al giorno. Sono 900 al mese. Il primo cittadino si rende conto di quello che dice?”, attacca Grandi.

“Le difficoltà di fronte alle quali sono lasciati i ragazzi sono inaccettabili perché il diritto allo studio è strettamente connesso con quello alla casa. Senza il secondo non può esserci il primo”, sottolinea Giancarla Casini, della segreteria fiorentina della Cgil.

“Se chiediamo una piccola riduzione, il proprietario lamento di chiederci già il 'minimo sindacale'”, prosegue Alberto. “Io pago 400 euro al mese, più spese, e devo ritenermi fortunato. Mi aiuta la famiglia, ma non so quanto potrò proseguire a questi prezzi”, gli fa eco Francesco, 20enne di Noci, in provincia di Bari e iscritto a Scienze Politiche.

“Quest'anno le difficoltà sono aumentate ancora, perché a fronte del più quattro per cento di immatricolazioni, i posti a disposizione nelle strutture del 'diritto allo studio' sono diminuiti”, spiega Sara Sayad Nik, coordinatrice di Udu Firenze. Infatti sono in corso lavori di ristrutturazione agli studentati universitari (gestiti dall'Ardsu, Azienda regionale per il diritto allo studio universitario, nulla a che vedere con le strutture private di lusso) 'Calamandrei' e 'Caponnetto', così che sono saltati oltre 600 alloggi.

“A tutto ciò si aggiunge un diffusissimo proliferare degli affitti a nero. Uno scenario dove a godere è la rendita parassitaria”, proseguono Casini e Grandi. E se l'epoca pandemica del Covid viene normalmente bollata come 'periodo di crisi', certo non è stato così per tutti.

“Chi aveva grandi disponibilità economiche, spesso fondi immobiliari, in quel periodo ha fatto incetta di proprietà e appartamenti, per una concentrazione sempre più in poche mani. Ci sono privati che posseggono e affittano anche decine di appartamenti”, denuncia Grandi.

Con richieste al limite dell'incredibile. “Tanti ormai - denuncia l'Udu -, affittano a studenti da lunedì a venerdì mattina, poi chiedono di liberare le stanze per affittare ai turisti, per guadagnare il più possibile”.

Nella 'classifica' diffusa oggi dalle tre sigle le zone più care risulterebbero centro storico (600 euro singola, 450 a testa in doppia), Campo di Marte (550 singola, 400 doppia) e San Jacopino (500 e 350). Prezzi da capogiro. Spulciando annunci di siti e social come Facebook saltano fuori anche numeri più bassi, ma sempre molto alti.

Sunia, Cgil e Udu hanno chiesto un incontro congiunto con Università, Comune e Regione, “affinché si trovino risposte immediate ad una condizione sempre più inaccettabile”. Nel frattempo si moltiplicano i casi di chi, pur iscritto a Firenze, rinuncia a vivervi e arriva solo per far gli esami. O magari si trasferisce proprio altrove e rinuncia. Per chi sta relativamente vicino e fa il pendolare pesa poi l'aumento di treni e corriere. Quella odierna è solo l'ultima richiesta di aiuto. Dalla politica si attendono risposte.

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