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Cronaca

Acqua: "Mancano i controlli, falde idrico a rischio"

L'allarme dei geologi: "Aziende a rischio chiusura, addio verifiche sui pozzi domestici"

Toscana a secco di acqua. Non tanto, per adesso, per la scarsità di risorsa, quanto per una mancanza di valide, chiare e semplici regolamentazioni in materia di demanio idrico, sia per le concessioni quando si tratta di utilizzare le acque pubbliche, sia per i pozzi domestici che sono la stragrande maggioranza. A lanciare l'allarme sono i geologi toscani: "La Regione, che ci aveva abituati a una normazione ragionevole e rigorosa in materia ambientale, in questa occasione sembra proprio aver incomprensibilmente deciso per un indirizzo totalmente autoreferenziale dimenticando che per agire d’autorità senza perdere di credibilità sarebbe saggio dimostrarsi, se non autorevoli, per lo meno competenti", commenta critica la presidente dell'Ordine dei Geologi della Toscana, Maria Teresa Fagioli. 

Senza l‘urgente promulgazione di valide norme sul demanio idrico, le aziende potrebbero chiudere. "Urgenza senza dubbio oggettiva, vista la massa di pratiche concessorie che in attesa delle nuove regole unificate si stanno accumulando aggiungendosi a quelle finora inevase. Il rischio è che le numerose imprese che hanno bisogno di attingere acqua, nelle more della formalizzazione delle concessioni, si vedano costrette a scegliere fra chiudere mandando a casa i dipendenti o proseguire l'attività rischiando una denuncia penale. Staremo a vedere come la Regione risolverà questo impasse", continua Fagioli.

La vicenda è legata al fatto che la Regione ha adesso le competenze sul demanio idrico, "precedentemente assegnate alle ormai rottamate Province e sta affrontando il problema di conglobare ed uniformare i regolamenti che in modo alquanto disomogeneo le Province si erano date". Il problema però, sottolinea Fagioli, è che "in materia di regolamenti, nella definizione di norme uniformi per gli iter burocratici, i funzionari della Regione Toscana stanno mostrando la loro indubbia esperienza, non disgiunta da una particolare abilità nell'incrementare il gettito delle concessioni.  Duole però dover notare, nel caso specifico, la carenza di una pari attenzione alle problematiche idrogeologiche, ambientali e di tutela delle falde idriche".

E per la gestione dei pozzi, imprecisioni ed errori. Se problemi ci sono nella regolamentazione della gestione delle acque pubbliche, altrettanto bene non sta la normativa tecnica sui pozzi. "Il disciplinare di buona pratica per la realizzazione di pozzi, oltre alle condivisibili dichiarazioni di intenti, mostra anche purtroppo, numerose imprecisioni e qualche marchiano errore. Ad esempio, quando si parla di tombatura dei pozzi, argomento di estrema criticità per la tutela delle falde, le specifiche tecniche enunciate non garantiscono affatto l'efficacia dell'operazione". Per i pozzi domestici addio verifiche e controlli con grave rischio ambientale. Alla base del problema c'è "la tanto auspicata semplificazione. Che però si sta concretizzando, per i pozzi domestici ubicati in zone di non conclamata criticità (che rappresentano la stragrande maggioranza della totalità dei pozzi), con l'eliminazione di tutti quei passaggi normativi che prevedevano, molto correttamente, verifiche e controlli". I geologi tornano così a sottolineare come la loro professionalità, offerta sotto forma di consulenza gratuita sul tema, venga sistematicamente ignorata.

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