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Cronaca

Parla sui social del proprio aborto: l'auto dell'attrice Gaia Nanni ricoperta di rifiuti

Commenti violenti, insulti, minacce e rifiuti sulla vettura: “In Italia di alcune cose non si può parlare”. Solidarietà di Nardella e Mazzeo

Ha raccontato su Facebook del proprio aborto, un'esperienza dolorosa avvenuta diversi anni fa. Un modo per condannare quanto successo nei giorni scorsi al di là dell'Atlantico, la “mostruosa sentenza della Corte suprema Usa” che dopo 50 anni ha annullato la sentenza che garantiva alle donne statunitensi il diritto costituzionale all'interruzione di gravidanza.

Per tutta risposta, la 41enne attrice fiorentina Gaia Nanni ieri si è ritrovata l'auto cosparsa di immondizia. E non è certo stato un caso, né uno scherzo di cattivo gusto, come la donna ha detto ai figli che erano con lei al momento della scoperta, cercando di sdrammatizzare quanto accaduto. Poi però è arrivato lo sfogo sui social.

La denuncia

“Ho trovato la mia macchina cosparsa di immondizia e ho capito che davvero in Italia di alcune cose non si può parlare. Ho sopravvalutato il mio paese, che quando giudica i vicini oltreoceano pare Pinco ma che alla fine resta un feudo medievale. Si tutela l'embrione e si augura la morte a quella che lo porta in grembo se non si comporta secondo i dettami stabiliti”, scrive Nanni, che riferisce di avere ricevuto messaggi violentissimi e feroci dopo il primo post di due giorni fa.

“A Firenze abortire non è stato per nulla facile”, aveva scritto, parlando di un “iter disumano” e raccontando i mille ostacoli che, nonostante la legge 194, tantissime donne che vogliono abortire si trovano di fronte: la colpevolizzazione da parte di chi non approva la scelta, a partire spesso dai medici obiettori, la ginecologa incontrata per l'appunto obiettore, la psicologa che le dice “lei è scossa, non siamo sicure che lo voglia davvero, rifissiamo un altro appuntamento”, così da far passare altri giorni nel dolore di una scelta tanto difficile, il medico che la disumanizza chiamandola “questa”.

La testimonianza: "Abortire a Firenze per nulla facile, iter disumano"

I commenti violenti

Una storia scritta come presa di posizione e denuncia, perché anche in Italia “rendere difficile l'applicazione di un diritto equivale a negarlo”. Una storia che sui social è rimbalzata ovunque, con l'attrice che si è ritrovata oggetto di inaudite violenza e volgarità. C'è chi le ha scritto “muori bastarda hai ucciso una vita!”.

“La stragrande maggioranza dei commenti violenti sono stati fatti da donne. Ho dovuto dire a mia madre, non leggerli. Giurami che non li leggi”, confida Nanni.

E ancora: “Nessuno o in pochissimi prima del dito hanno guardato la luna: una donna che in quel momento è disperata, un dolore, un percorso medico offensivo per come è stato progettato. Un diritto ostacolato. Tutto è posto in secondo piano e l'annosa questione dei motivi che spingono una donna a porre fine alla propria gravidanza è nel 98% per cento dei casi liquidata con: 'Scopa meno!' E giù risate. 'Esistono gli anticoncezionali Pecora!'”. Fino, appunto, all'auto coperta di immondizia.

La vicinanza di tante donne

Tante donne l'hanno invece ringraziata e molte altre, anche in privato, le hanno testimoniato solidarietà.

“Mi hanno scritto centinaia di donne in lacrime, chi ha dovuto salutare un figlio perché incompatibile con la vita, chi non poteva portarlo avanti perché con una spirale inserita, chi in menopausa da un anno che 'avevo 3 figli, non sapevo come fare', chi non ha neanche avuto il coraggio di dirmi perché. E non mi importa quel perché. E non vi dirò il mio. Non lo avrete mai perché potrebbe indurvi ad una compassione tardiva e io la vostra compassione tardiva non la voglio. Abbiamo bisogno di sapere morbosamente il  perché di una donna che soffre? Davvero? Non si vede più l'altro”.

“C'è chi mi ha scritto cose orribili, senza sapere. L'equazione 'ora te lo tieni assassina che non sei altro speriamo tu muoia' non tiene conto della miriade di casi per cui una donna decide di mettere fine ad una gravidanza (malformazioni del feto e incompatibilità alla vita, condizioni economiche e psichiche di grande precarietà, stupri, concepimento con spirale e molte altre cose)”, scrive ancora Nanni.

"Pochi hanno preso una posizione"

Infine l'attrice sottolinea come “siano pochi gli artisti in Italia ad aver preso una posizione, perché essere sulla scia del 'galleggio, non mi espongo e trovo tutte le porte aperte' sembra convenire di più. Sono fiera di quelli che hanno rischiato, con me. Sono grata alle centinaia di storie che mi avete confidato, senza quelle oggi avrei vergogna forse ad uscire di casa. Ma siamo un esercito bellissimo e io ne avrò cura”.

Solidarietà da Nardella e Mazzeo

Solidarietà a Gaia Nanni è arrivata, tra gli altri, dal sindaco di Firenze Dario Nardella e dal presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo.

“Ti conosco da anni. La tua testimonianza mi ha colpito molto. Questo clima di odio e disprezzo ci fa capire quanta strada dobbiamo ancora fare insieme per i diritti, per la dignità delle donne, per il rispetto dell’altro. Cara Gaia, non sei sola, ricordalo”, le parole di Nardella.

“Dopo la vergognosa sentenza della Corte Suprema statunitense sul divieto di aborto, Gaia non ha esitato a raccontare la sua esperienza. Un racconto intimo, che non dava giudizi né cercava giustificazioni, ma che spiegava il dolore, la difficoltà, la solitudine con cui lei e tante altre donne hanno affrontato quel momento, quella scelta. E ne rivendicava, semplicemente, il diritto per tutte. A quelle sue parole, in pubblico e in privato, hanno risposto in tantissimi. E se molti sono stati i ringraziamenti e i messaggi di vicinanza e comprensione, la faccia peggiore dei social non ha esitato a palesarsi anche in questo caso: offese, minacce, insulti. Fino a che una mano anonima e vigliacca non le ha fatto trovare sotto casa l’auto cosparsa di immondizia. Di fronte a questo schifo – ha scritto Mazzeo -, non posso e non voglio tacere. A Gaia, a tutte le donne e a tutte le persone che hanno il coraggio di parlare, di denunciare, di rivendicare diritti va la mia e la nostra vicinanza, la nostra solidarietà, il nostro affetto. Siamo e saremo sempre dalla loro parte e dalla parte di tutte e tutti coloro che danno voce a chi non ha voce”.

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