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Venerdì, 19 Aprile 2024
Storie

A Firenze la mostra multisensoriale che celebra i Biscotti di Prato

Dal 17 maggio al Museo Bottega del biscottificio Mattei a Firenze c’è una mostra dove si può annusare, gustare e toccare. La storia del celebre dolce e della ditta che l’ha reso famoso

Il Museo Bottega Mattei, nel pieno centro di Firenze, presenta da mercoledì 17 maggio 2023 una mostra dedicata ai Biscotti di Prato. Guardare ma non toccare? Assolutamente no. Poiché i visitatori avranno, per una volta, la possibilità di immergersi nella storia del celebre dolcetto — non chiamatelo cantuccio! — con la possibilità di toccare, annusare, ascoltare e, naturalmente, gustare. Vi raccontiamo come sarà l’esposizione aperta fino al 2 agosto: segnate in agenda.

L'insegna della Premiata Fabbrica Antonio Mattei

La storia Biscotti di Prato

Di questo biscotto, perfetto da intingere nel Vin Santo a fine pasto — ma anche a merenda o a colazione nel latte, perché no — conosciamo una storia certa e documentata. All’Archivio di Stato di Prato c’è infatti una ricetta manoscritta e depositata nel 1779 da Amadio Baldanzi, canonico, medico ed erudito pratese. Sulla quale, però, i dolcetti sono chiamati “alla genovese”; forse perché non dissimili da quelli liguri “del lagaccio”? L’etimologia, in realtà, è tutta da chiarire.

La produzione artigianale dei Biscotti di Prato

Quel che è certo è che l’Accademia della Crusca aveva provveduto già nel 1691 a definire i cantucci come dei “biscotti a fette, di fior di farina, zucchero e chiara d’uovo”, aggiungendo anche la dicitura “pan cantucciato”, ovvero un filone allungato e tagliato in cantucci (ovvero pezzetti). Il cantuccio “originale”, è dunque un pane dolce, ovvero una pasta lievitata e profumata con vari aromi. Nella variante pratese, invece, non sono previsti grassi, aromi e lievito ma una doppia cottura per prolungarne la conservazione (si parla di bis-cotti, appunto). Entrano in scena anche le mandorle, non elencate tra gli ingredienti dei più antichi cantucci e — leggenda vuole — aggiunte per volontà di Caterina de’ Medici, oltre all’inconfondibile taglio diagonale.

I Biscotti di Prato del biscottificio Mattei

La storia del biscottificio Antonio Mattei di Prato

Tutto ha inizio con Antonio Mattei, pratese di nascita e fondatore nel 1858 di una fabbrica di “pane, pasta, cantucci e biscotti”. Dalla tradizione della Bozza pratese arrivò alla produzione dei cantucci all’anice e infine ai Biscotti di Prato, con aggiunta di mandorle e anche pinoli. Un successo di intraprendenza e di marketing, in netto anticipo sui tempi, con i prodotti che circolano in Italia e all’estero seguendo la scia del fiorente commercio tessile.

Il Museo Bottega di Firenze

Un successo a livello commerciale e istituzionale e la premiazione all’Esposizione Italiana di Firenze nel 1861, poi a quelle universali di Londra (1862) e Parigi (1867). É il 1904 quando la proprietà passa a Egisto Ciampolini, commerciante di grano e farina, e Tommaso Pandolfini, amministratore di un mulino fiorentino, che inventano altre referenze che fanno storia: i Brutti Buoni (ideati per ottimizzare l’eccesso di albumi) il Filone Candito, la Torta Mantovana e il Biscotto della Salute. A condurre la Premiata Fabbrica oggi ci sono ancora i Pandolfini — Elisabetta, Francesco, Letizia e Marcella — che la portano avanti con tecnologie al passo con i tempi ma metodi ancora artigianali, (poche) materie prime di selezione e gli stessi incarti blu chiusi a mano con lo spago che sono diventati un marchio di fabbrica.

Le confezioni chiuse a mano dei biscotti Mattei

La mostra al Museo Bottega Mattei a Firenze

Abbiamo inaugurato il Museo Bottega di Firenze nel 2018 per festeggiare i 160 anni della fondazione. E anche per permettere a chi non passa da Prato di conoscere la storia dell’azienda”, ci spiega Elisabetta Pandolfini, che, insieme alla sorella storica dell’arte, ho messo insieme 25 metri di spazio espositivo con “lettere autografe del nonno, testimonianze dell’evoluzione del packaging e un nucleo di documenti originali amplissimo”. Li completa un negozio ampio altrettanto, dove acquistare i classici biscotti alle mandorle (250g, 7,50€) oppure le versioni alle nocciole, al fondente, ai pistacchi e anche quella — deliziosa — alle mandorle caramellate salate, in collaborazione con Gucci Osteria (250 g, 20€).

Le mandorle alla mostra sui Biscotti di Prato

Un paio di mostre tematiche l’anno, come quella in apertura il 17 maggio dal titolo Biscotti di Prato — Un’esposizione sensoriale, che “vuole far vivere l’esperienza reale del laboratorio, senza alcun filtro. Gli ospiti resteranno a occhi bendati in ascolto dei suoni della fabbrica — le impastatrici, i vassoi che tintinnano… — poi toccheranno con mano i nostri cinque (soli) ingredienti. Ovvero mandorle, farina, zucchero, uova e pinoli. Alla fine, una piccola sorpresa: un fornetto che scalda un filoncino di impasto fresco e ne sparge il profumo. Proprio come essere in ditta a Prato; oppure a casa mentre si fanno i biscotti. E naturalmente si potrà assaggiare di tutto”.

La mostra immersiva al Museo Bottega Mattei

Biscotti di Prato — Un’esposizione sensoriale

Dal 17 maggio al 2 agosto 2023, ingresso libero

Museo Bottega Mattei

Via Porta Rossa, 76r — Firenze

0550136203

@biscottimattei

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