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Venerdì, 29 Settembre 2023
Storie

L’acqua di San Giovanni. Storia e preparazione dell’antico infuso benefico

La notte tra il 23 e il 24 giugno porta con sé tradizioni antiche, tra cibo, ritualità e magia. L’origine dell’infuso beneaugurale e di altre ricette che si preparano in occasione della festa del patrono di Firenze

Tra cibo e ritualità, religione e anche “magia” c’è un legame ancestrale. La tradizione dell’acqua di San Giovanni — un preparato la cui usanza si perpetua da secoli — appartiene proprio a questo ambito. Decotti, infusi e pozioni varie si sono infatti tramandati per generazioni come, a volte, unici rimedi per malanni e disturbi vari, quando la medicina moderna era di là da venire. Ci sono poi momenti dell’anno particolarmente carichi di simbolismi e ricorrenze, collegati soprattutto a ciclicità astronomiche che si riverberano in quelle religiose, come ad esempio la notte che precede la festività di San Giovanni Battista. È tra il 23 e il 24 giugno, infatti, che si prepara la beneaugurale acqua, proprio nel momento ideale — si dice — affinché si carichi delle energie del solstizio.

Erbe e fiori selvatici

Cibo e rituali per la notte di San Giovanni

Dai riti dell’antichità classica — che a pochi giorni dal solstizio d’estate del 21 giugno celebravano il sole nel momento del suo massimo splendore — alle pratiche pagane con falò accesi durante la notte per allontanare spiriti maligni e finanche streghe (che proprio in quel momento si volevano riunite nel sabba più potente dell’anno), per arrivare alla festa cattolica di San Giovanni Battista del 24, patrono di Firenze e di molte altre città.

Noci per il nocino

Ognuna di queste occasioni si è accompagnata a cibi e ricette con un comune denominatore: quello di assorbire dalla natura il massimo dell’energia, nei frutti nascenti, nelle erbe spontanee, come nella rugiada del primo mattino, che si riteneva avessero effetti particolarmente benefici, se non prodigiosi.

Tortelli alle erbe

Nasce così la prescrizione di cogliere le noci ancora acerbe con il loro mallo durante la nottata, a opera di sole donne, che le avrebbero messe in infusione per preparare il nocino da consumare non prima di Tutti i Santi. O ancora la ricetta dei tortelli emiliani di San Giovanni, preparati con erbette selvatiche colte all’alba del 24. A Roma, invece, è ancora prassi — nelle famiglie più attente alla tradizione — preparare le lumache, anch’esse “benedette” dalla prima rugiada del mattino.

Lumache di prima mattina

Cos’è l’acqua di San Giovanni

Proprio per raccogliere e amplificare i poteri apotropaici della rugiada si è iniziato a preparare — chissà quanto in là nei secoli (o millenni) — l’acqua di San Giovanni. I suoi influssi benefici, si diceva, avrebbero contribuito a tenere lontane siccità e tempeste fatali alle coltivazioni, come anche a purificarsi da possibili influenze negative. Il rituale dell’acqua è stato poi incorporato nelle celebrazioni di San Giovanni Battista, che proprio in questo ambito ha trovato un ruolo per il credo cattolico. Una sorta di “infuso a freddo” semplicissimo da fare, lasciando per una notte leggermente a macerare un assortimento di erbe e fiori spontanei colti dopo il tramonto del 23, da usare poi per detergere viso e mani la mattina dopo. 

Come si prepara l’acqua di San Giovanni

Come spiega il blog Erbecedario, è naturale si raccolgano le botaniche che offre il proprio territorio. Ecco quali sono quelle che si trovano più facilmente, insieme alle indicazioni su come preparare l’acqua di San Giovanni.

Erbe selvatiche

Tempi

Tempo di preparazione: 10 minuti

Tempo di macerazione: 8-12 ore 

Ingredienti

Acqua

Fiori ed erbe spontanee:

Iperico, detto anche “Erba di San Giovanni”, in quanto fiorisce proprio intorno al 24 giugno. Poi lavanda, assenzio, finocchietto selvatico, malva, verbena, rosmarino, rosa, menta, salvia, camomilla, passiflora e sambuco.

Procedimento

Secondo tradizione, si colgono fiori ed erbe dopo il tramonto del 23 giugno, scegliendo tra le botaniche a disposizione. Il raccolto si mette in una bacinella colma d’acqua da lasciare all’aperto per tutta la notte, in modo che riceva anche la rugiada dell’alba. La mattina del 24 si utilizza l’acqua aromatizzata di San Giovanni per lavare mani e viso. La rimanenza non va buttata, ma possibilmente regalata a un amico.

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