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Revoca dell’amministratore di condominio: come funziona e quando si può fare

Alcune condotte dell’amministratore di condominio possono portare alla sua revoca: ecco i modi e i tempi per procedere nel modo giusto

Quando si abita in un condominio dove risiedono almeno 8 persone, la figura dell'amministratore di condominio diventa obbligatoria. Quest'ultimo è una figura fondamentale per la gestione dell'edificio, occupandosi di tanti compiti, dalla riscossione delle cifre dovute per le spese del palazzo o controllarne la manutenzione. Spesso però non solo i rapporti in un condominio possono essere burrascosi con i condomini ma anche con l'amministratore stesso. Per questo motivo è possibile revocare la nomina di amministratore, una situazione che va valutata con la massima attenzione. Ecco come è possibile farla.

Come e perché si può revocare l’amministratore di condominio

Ci sono due modi per revocare la nomina di amministratore:

  • Assemblea condominiale: si tratta del modo più economico e veloce. In questo caso tutti i condomini devono  concordare più punti e aspetti della vicenda. 
  • Via giudiziaria: In questo caso a decidere sarà il tribunale. E' la strada che si prende solitamente se l'assemblea non ha dato frutti, anche se i tempi sono molto più lunghi. Può consentire ad un singolo condomino di prevalere sull'amministratore.

In entrambi i casi, comunque, è necessario seguire una serie di passaggi prima di arrivare alla revoca vera e propria. Ecco di cosa si tratta. 

Come funziona l’assemblea per revocare l’amministratore

La prima fase riguarda ovviamente la convocazione dell'assemblea. Può essere richiesta all'amministratore come straordinaria, oppure avere il consenso di due condomini, a patto che rappresentino un sesto dei millesimi del palazzo. Una volta convocata si procede poi alla votazione: spesso si decide un quorum particolare per la revoca, in altri casi ci si affida a quello che è stato stabilito per le assemblee precedenti. Con la maggioranza dei votanti si ottiene inevitabilmente un determinato risultato e l’amministratore decade dal suo incarico dopo la nomina del suo successore (può non essere immediata). 

Come funziona la procedura giudiziale

Prevista dal codice civile, la revoca giudiziara permette di far dimettere un amministratore di condominio tramite una sentenza in tribunale. Come già anticipato, in questo caso anche un solo condomino può ottenere la revoca, ma per arrivare a questo risultato servono prove inconfutabili di fronte al giudice. In caso di vittoria della causa, la persona dimissionaria non potrà mai più essere rieletta. Le ragioni per cui presentare il ricorso sono diverse, in particolare l’amministratore di condominio deve aver tenuto atteggiamenti ben precisi: 

  • Decisioni autonome: la causa può essere presentata se l'amministratore ha adottato delle scelte per conto proprio, senza interpellare i condomini. 
  • Mancata presentazione del rendiconto: rappresenta un documento importantissimo, e se l’amministratore non lo presenta entro 180 giorni dalla fine dell’esercizio si può procedere con la revoca.
  • Irregolarità gravi: Come dice la parola stessa, in questo caso l'amministratore si è reso protagonista di comportamenti molto negativi, come fatture gonfiate, la mancata riscossione dei crediti condominiali o la mancata apertura del conto corrente condominiale. 
  • Inescusabili superficialità: in questo caso non esistono esempi veri e propri, visto che si intendono le condotte che vanno a danneggiare i condomini, oltre che dannose e contrarie agli interessi del condominio.

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