Messaggi via social: proprietà e rischi della comunicazione
L'analisi del dottor Loris Pinzani
Comunicare è il mezzo umano per diffondere i concetti. Questa attività avviene nella maniera più intensa tra due persone nel corso di uno scambio di significati, ma altrettanto intensa è quella tra gli individui della società, senza l’ostacolo della distanza, recentemente annientata dal web. Nel 1455 venne introdotta la stampa a caratteri mobili dal tedesco Johannes Gutenberg. Questo ha segnato l’enorme diffusione delle idee. Da quel momento quello che è cambiato è stata la velocità pervasiva e (spesso) incontrollabile della diffusione, prima con i trasporti della carta stampata, poi, alcuni anni fa con l’avvento di Internet. Da quella fase storica tutto è stato modificato. I vantaggi sono stati immensi: la comunicazione è cambiata in modo epocale e dobbiamo aspettarci.
Che si sia in una nuova dimensione della trasmissione di significati (definizione tecnica della comunicazione) è un fatto assolutamente evidente; la nuova condizione informa di sé senza evidenza, annunciando in modo spontaneo il grande cambiamento che sta avvenendo. Oggi, la comunicazione è davvero in mano a tanti con una facilità straordinaria, utilizzata a prescindere da età o competenze; come è giusto, chiunque può dire la sua, ma mai come oggi è corsa veloce ed in grado di adunare o coinvolgere un numero inimmaginabile di persone.
È quello che accade quotidianamente senza che ci se ne renda conto, quando adolescenti divulgano filmati di violenza perpetrata verso i coetanei (l’ultimo caso fiorentino risale a pochi giorni or sono), quando gli individui vengono chiamati a raccolta facendo leva su una difficoltà sociale seppur autentica e legittima (hanno avuto evoluzione in questo periodo le indagini dei disordini fiorentini di ottobre dell’anno scorso). Dobbiamo fare i conti con questa “capacità sociale” che ormai non è più nuova, affinché non diventi normale utilizzare queste modalità di per sé eccezionali, senza chiedersi cosa possano provocare. Questa comunicazione, velocissima ed in possesso di chiunque, ha possibilità uniche nella storia dell’uomo, ma oggi più che mai è la società che deve rendersi responsabile di strumenti fino ad oggi inimmaginati.