Pandemia e personalità dei giovani
A cura del dottor Loris Pinzani
La personalità, almeno in una certa parte, si apprende fin dalle prime frazioni dell’esistenza. Se ne allestiscono le parti in modo graduale, a seconda di fattori ambientali ed attitudini. Si tratta di una maturazione che avviene nel proseguire delle relazioni umane, nelle quali l’individuo assume il proprio modo di valutare la realtà, di affrontarla, trarne le conseguenze ed il senso personale.
Da circa un anno, questo aspetto è venuto a mancare; ossia, manca il l’aspetto dell’esistenza che permette una maturazione legata all’esperienza. La componente rilevante riguarda il fatto che nella crescita non vi sono periodi in grado di sostituire integralmente i precedenti, poiché ogni tratto dello sviluppo psico-affettivo corrisponde ad una acquisizione che non può essere rimandata. Come dire che ogni apprendimento deve avvenire in una certa fase della crescita.
Dunque, con probabilità i giovani di questo periodo avranno carenze tra le componenti della propria personalità e con esse dovranno combattere, in aggiunta ai danni sociali ed economici dovuti all’isolamento a cui siamo costretti. Tuttavia, siamo chiari: la conseguenza strutturale e psicologica che ci troveremo ad affrontare nel futuro è ancora da realizzare, insieme alle perdite affettive e culturalmente inestimabili. Si pensi ai disturbi dell’umore, quegli dello spettro ansioso, ai disturbi del comportamento alimentare, alle ossessioni e compulsioni, agli aspetti fobici o deliranti, nei quali la stessa realtà viene mistificata, fino talvolta ad essere dissolta. Si tratta di condizioni che necessitano di trattamenti continuativi per essere ridotti a ragione dai stessi soggetti che ne sono colpiti e dalle loro famiglie. Oggi come è più di sempre.