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Giovedì, 28 Marzo 2024

Loris Pinzani, nato nel 1963 a Firenze, dove vive. Laureato in psicologia presso l'Ateneo fiorentino, specialista in psicologia clinica. Svolge attività di psicoterapia a Firenze e Roma. Coordina intensa attività di ricerca in ambito clinico, ha individuato e teorizzato le componenti del "Processo Anevrotico Terapeutico" PAT; autore di saggi di psicologia clinica, in cui ha teorizzato la metodica riabilitativa, isolandone le componenti. Autore di pubblicazioni specialistiche, è redattore rubriche di psicologia presso reti televisive, direttore scientifico de ilgiornaledipsicologia.it , componente del comitato di redazione della testata neuroscienze.net , consulente di psicologia su reti televisive e radiofoniche. Su Firenzetoday tratterà argomenti di psicologia e psicoterapia legati ai fatti di cronaca e risponderà alle domande dei lettori in "Attualità" e "Psicologia". info@loris-pinzani.it www.loris-pinzani.it Recapito telefonico 3341116316

Psicologia: nel cuore della mente

Coronavirus: cosa resta nella mente di chi ha vissuto la pandemia?

L'analisi del dottor Loris Pinzani

Scorrono i giorni, i comunicati, le interviste ed i divani professionali. Le autocertificazioni, le contestazioni ed i dibattiti si susseguono in modo consecutivo ed incessante. Senza che se ne abbia alcuna consapevolezza la psicologia individuale distingue ed impara da quello che le accade intorno, salvo poi rimuovere tutto e procedere nella storia della propria esistenza. In effetti la mente prosegue in ogni vicenda cancellando e trattenendo elementi nella memoria a cui l’individuo ha accesso, mostrando talvolta di non avere incorporato nulla di quanto ha vissuto e sofferto.  Ma non è affatto così.

Di tutto questo periodo resteranno nell'animo delle persone le emozioni che ne derivano e che stabiliscono quanto sia intensa la circostanza attuale. La capacità mentale della nostra specie non ha una memoria come si intende generalmente, ma piuttosto una sorta di schedario di emozioni che continuano ad esistere da quando sono avvenuti i fatti che le hanno suscitate, come se fin da allora ogni stato d’animo fosse mantenuto nitido ed intatto in modo simile al momento in cui è avvenuto.

Dunque, quello che resterà nelle nostre coscienze future ha a che fare con la paura ed il dolore per le vite perdute, per lo smarrimento, la rabbia di un mondo che sopravvaluta sé stesso e che scorda che avrà sempre una guerra da evitare, un evento naturale o un virus da cui difendersi.

Ultimo timore è quello di perdere il superfluo che a lungo abbiamo considerato necessario, ma che oggi appare solo ridimensionato, minuscolo nella nuova e reale scala dei valori umani, che questa rumorosa società tende a schiacciare con frastuono frenetico.

I fatti quotidiani apparentemente poco rilevanti appaiono in tutta la loro cospicua quantità emotiva. In effetti delle paure vissute si capisce quale sia la condizione mentale presente non solo nel singolo ma nell'intera società.

In sostanza possiamo dire che psichicamente vengono conservati nella profondità della coscienza due aspetti essenziali e persistenti, ossia quello che si teme e la soddisfazione dovuta a quello che si desidera. In questo modo accade che di questo periodo verrà ricordato il profondo ed unanime timore che lo caratterizza e la nuova misura dei valori che abbiamo davanti. Adesso ed ancora per un tempo di cui non si conosce la misura, avrà più senso la vita rispetto ad ogni condizione che la contorna, spesso più appariscente che reale.

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