La consapevolezza psichica nella pandemia
A cura di Loris Pinzani
Siamo in un momento storico in cui si temono le difficoltà di comportamento di un presidente americano, uno tra gli uomini più potenti della terra; una pandemia mette alle corde le certezze che ci sono necessarie in modo illuministico e (ma) umano.
Quest’anno è iniziato osservando con maggiore intensità quello che accade nelle nostre giornate e proprio in queste abbiamo scoperto quanto si sia stati più tranquilli fino a questi ultimi 12 mesi, ma certo non potevamo accorgercene fino ad oggi. Assistiamo ad una grande confusione che oltre ai danni fisici in termini di perdite e difficoltà sociali, produce e produrrà quegli psicologici, sofferti soprattutto dagli esseri in crescita, in cui si compie contemporaneamente uno sviluppo fisico e psicologico. Se nella prima fase della pandemia si temeva per quei primi mesi passati senza la socialità, adesso dobbiamo osservare effettivamente i danni che essa provoca nei giovani: paura e rabbia, molto complessi da gestire.
La domanda inevitabile sarebbe, quanto siamo consapevoli dello scompenso psicologico che si sta creando? La risposta è lasciata ad ognuno. Tra quanto affioreranno i drammi mentali degli individui? Paradossalmente, proprio il dilagare dell’informazione, indispensabile ma rumorosa, origina una confusione incessante, mentre la necessità di conoscere le vicende produce l’incremento di questa grande incertezza. Nella storia, sovente il passato è stato incerto quanto il presente attuale ma oggi ne abbiamo consapevolezza ed anche per questo la psicoterapia è chiamata a svolgere il compito di spiegare i fatti oltre che di curare la mente.