Museo dell'Opera del Duomo: la "Porta del Paradiso" di Lorenzo Ghiberti
A cura di Rosanna Bari
Il Museo dell'Opera del Duomo, realizzato nel 1891 dall'architetto Luigi del Moro, dopo una radicale ristrutturazione è stato inaugurato nell'Ottobre 2015, con una veste completamente nuova e con una più vasta superficie espositiva. Al piano terra, la Sala del Paradiso è dominata dalla scenografica riproduzione della facciata trecentesca di Santa Maria del Fiore, posta di fronte agli originali delle tre porte bronzee del Battistero, tornate a risplendere dopo il restauro ad opera dell'Opificio delle Pietre Dure.
La porta est del Battistero fu realizzata fra il 1425 e il 1452 da Lorenzo Ghiberti, già autore della seconda porta eseguita all'inizio del '400, quando aveva vinto il concorso battendo il rivale Filippo Brunelleschi.
Seguendo lo schema delle due porte precedenti, la composizione avrebbe dovuto prevedere ventotto scomparti: venti con episodi dell'Antico Testamento e otto con figure di profeti. Ma in corso d'opera l'artista rivoluzionò il progetto, aumentando le dimensioni e diminuendo a dieci il numero complessivo dei riquadri. In questo modo egli liberò dai limiti delle cornici la narrazione del singolo episodio, per inserire più di una scena in ogni
formella, mettendo in atto una composizione del tutto nuova, chiara ed armonica.
Tratte dall'Antico Testamento le storie descritte, dall'alto verso il basso e da sinistra verso destra, sono le seguenti: Storie di Adamo ed Eva, Caino e Abele, Noè, Abramo, Giacobbe ed Esaù, Giuseppe, Mosè, Giosuè, Davide. Conclude il ciclo il riquadro con la suggestiva descrizione dell'Incontro tra re Salomone e la regina di Saba, probabile simbolo del matrimonio mistico tra Cristo e la sua Chiesa, o come speranza di concreta riconciliazione
fra la Chiesa d'Occidente e la Chiesa d'Oriente.
La porta est è universalmente conosciuta come la "Porta del Paradiso" perché, secondo Giorgio Vasari, Michelangelo colpito dalla bellezza dell'opera ebbe così a descriverla: "Elle son tanto belle che elle starebbon bene alle porte del Paradiso". Lorenzo Ghiberti impiegò ventisette anni per la realizzazione della sua opera, che risultò essere molto innovativa dal punto di vista tecnico-formale, e che diede l'avvio ad una nuova visione della figura dell'artista all'inizio del nascente periodo del Rinascimento.