rotate-mobile
Diario di una donna

Diario di una donna

A cura di Federica Sazzini

Riforma del Diritto di famiglia: voi che strada avete imboccato per i vostri figli?

A cura di Federica Sazzini

Ma te come fai? Me lo domandano spesso. E ora che sono a casa malata, piegata dall’ennesimo virus regalo dei miei figli, mi sento vinta dalla stanchezza. Ce la faccio, mi dico, ma sono molto stanca. E allora lo chiedo alle altre donne come caspita fanno a fare tutto. “Come fate a sopravvivere al lavoro di cura familiare?”, chiedo a tutte quelle che incrocio. Ho avuto tante risposte diverse. “Ah guarda, i bambini ora sono grandi, ma quando li avevo piccoli ero d’accordo con mio marito di dare metà del mio stipendio ad una colf che viveva con noi ed era sempre disponibile”, mi risponde la prima. Ed io penso che è una buona soluzione, la migliore forse, ma presuppone di avere uno stipendio molto alto e una casa molto capiente. Insomma, mi sa che si applica a poche fra noi. 

“Io ho mandato mia figlia di due anni in Cina da mia suocera. Me la cresce lei, io qui lavoro e basta, tutti i giorni”, mi risponde la mia parrucchiera. E mi dico che una soluzione così può anche funzionare, ma io morirei di nostalgia, senza contare che non ho un parente disposto ad allevare un figlio al posto mio. “Fin da quando mi son sposata sapevo che, se avessi avuto figli, avrei smesso di lavorare, e così ho  fatto”, mi dice un’amica casalinga. Ok, funziona, ma presuppone che uno dei due coniugi guadagni bene e che all’altro non dispiaccia troppo abbandonare la propria professione. Penso a me, ai soldi spesi da mia madre e dallo stato per farmi laureare e dottorare, e penso che mi sarebbe proprio un peccato rinunciare ai frutti di un investimento così importante sulla mia persona.

“Io ho i miei genitori e i miei suoceri a disposizione. Il primo figlio me lo hanno guardato loro, al secondo hanno storto il naso, al terzo ho fatto un’interruzione volontaria di gravidanza, sennò mi strozzavano!”, mi dice un’altra abbassando la voce e accompagnando il tutto con una risata nervosa. Minimizza, ma non le credo. “Io figli non he ho proprio fatti. Ma che sei matta? Ho sputato sangue per diventare notaio e farmi passare lo studio, non sono mica figlia di io... No,no, i figli non li ho proprio messi in lista”, mi dice un’amica con un avviato studio notarile. “Io lavoro a tempo pieno, ho una baby sitter per le emergenze, li mando a pre-scuola, post-scuola, campi estivi, corsi di inglese, teatro, piscina. E poi corro, corro come una matta”, mi dice l’ultima fingendo entusiasmo, ed io la vedo così esausta che mi sembra messa peggio di me. Senza contare che pre e post scuola costano, e i centri estivi ancora di più, così come tutte le attività extra che sfrutta come ricovero temporaneo per i propri figli. “A volte penso che mi converrebbe restare a casa”, aggiunge. Ma tiene duro, si dice che prima o poi i bambini cresceranno, e che potranno gestirsi un po’ da soli, e lei nel frattempo non avrà perso il suo lavoro.

E voi? Voi tutte donne come fate?

Oggi è il 19 maggio, una data importante per tutte noi. É con la legge del 19 maggio 1975 che si sancisce la riforma del diritto di famiglia. Un passo avanti enorme verso la parità fra uomo e donna, un progetto ambizioso per adeguarsi ai principi costituzionali di eguaglianza tra coniugi e di ampia tutela dei figli naturali.

L’articolo 3 della nostra costituzione recita infatti: Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese
.

É con la riforma del diritto di famiglia che si è andati ad affrontare il problema dell’eguaglianza indipendentemente dal sesso. Ed è stato un passo epocale. Ma ora ne servirebbe un altro. Quando verranno realmente rimossi gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese?
Io vorrei lavorare e avere una famiglia. Ma mi pare che l’unica vera quadratura del cerchio l’abbia trovata la prima donna della mia lista, quella ricca. Tutte le altre arrancano. Tutte le altre affrontano quotidianamente una sfiancante corsa ostacoli in cui, volenti o nolenti, dovranno rinunciare a una parte importante di loro stesse.

Si parla di

Riforma del Diritto di famiglia: voi che strada avete imboccato per i vostri figli?

FirenzeToday è in caricamento