rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Arte: i tesori di Firenze

Arte: i tesori di Firenze

A cura di A cura di Rosanna Bari (Giornalista pubblicista e guida turistica qualificata di Firenze)

Taras Shevchenko: il poeta ucraino nel giardino della Biblioteca delle Oblate

A cura di Rosanna Bari

Il grande poeta, umanista e pittore ucraino Taras Shevchenko nacque il 9 Marzo 1814 a Morynci, e morì a San Pietroburgo il 10 Marzo 1861. La sua opera letteraria fu di fondamentale importanza per la lingua e la letteratura ucraina, egli scrisse anche in lingua russa.

Figlio di servi della gleba, manifestò sin da piccolo grande interesse sia per la scrittura che per il disegno. Rimasto orfano si spostò a San Pietroburgo al seguito del proprio signore il quale, notando il suo precoce talento artistico, gli permise di dedicarsi agli studi di pittura.

Questo lo aiutò ad inserirsi nell'ambiente artistico della città dove conobbe molti suoi compatrioti. Nella cerchia degli artisti ucraini venne in contatto anche con il pittore e professore russo Karl Brjullov, grazie al quale, nel 1838, riacquistò la libertà. Potè così iniziare i suoi studi all'Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo nel laboratorio di
pittura dello stesso Brjullov, cominciando presto a ricevere numerosi riconoscimenti. Dopo la sua morte, seguendo la sua volontà scritta nella poesia "Zapovit" (Testamento), le sue spoglie furono traslate in Ucraina.

Ricordiamo oggi il 9 Marzo del 2021 quando, in un clima diverso da quello odierno, la città di Kiev, a ricordo del gemellaggio con Firenze siglato nel 1967, nel giorno dell'anniversario della nascita del pittore e poeta, donò alla città una scultura in bronzo che raffigura Taras Shevchenko mentre seduto dipinge su dei fogli. Realizzata dallo scultore
ucraino Oleg Pinchuk e il suo team, si trova nel giardino della Biblioteca delle Oblate, luogo simbolo di studio e scambio interculturale.

Sulla base in marmo della statua, un'iscrizione definisce il poeta paladino di libertà e senso civico, e riporta la frase: "Lottate e vincerete!". Essa deve essere intesa, oggi e sempre, come un'esortazione alla lotta dove le uniche armi ammesse siano la potenza della cultura e la bellezza dell'arte. Se "la bellezza salverà il mondo", così come affermò il buon principe Myskin ne L'idiota, capolavoro dello scrittore russo Dostoevskij, facciamo sì che essa possa essere utilizzata come leva per spazzare via la bruttura della guerra che oggi, e da sempre, tenta ripetutamente di calpestarla.

Si parla di

Taras Shevchenko: il poeta ucraino nel giardino della Biblioteca delle Oblate

FirenzeToday è in caricamento