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Arte: i tesori di Firenze

Arte: i tesori di Firenze

A cura di A cura di Rosanna Bari (Giornalista pubblicista e guida turistica qualificata di Firenze)

Chi sono Nata ad Augusta, in Sicilia, da quasi 20 anni vivo a Firenze, culla del Rinascimento. Ho sempre lavorato nel campo dei Beni Culturali, occupandomi di Catalogazione di Beni Archeologici presso la Soprintendenza di Siracusa e Palermo, e di Beni Storico-Artistici a Firenze. Infine, per curare un altro aspetto del mio lavoro, quello della divulgazione, mi sono qualificata come Guida turistica, per poter così trasmettere, a chi mi ascolta, la mia grande passione per l'Arte. Inoltre collaboro con riviste di settore. Contatti cell. 339-1667051 e-mail: rosannabariguida@gmail.com

Arte: i tesori di Firenze

San Sebastiano e la Misericordia: protettori durante le epidemie

Conosci la città con Rosanna Bari

Patrono di arcieri, militari, sofferenti, San Sebastiano fu molto invocato durante le innumerevoli epidemie, per far sì che avessero breve durata. Sebastiano nacque a Milano nel 256 ca., e fu martirizzato a Roma il 20 Gennaio del 304 ca. dove, pur appartenendo alla guardia imperiale, si prodigava ad aiutare i tanti cristiani in carcere e a convertire militari e nobili.

Fu condannato a morte, legato ad un palo e trafitto da frecce. I soldati, credendolo morto, lo abbandonarono. Fu salvato dalla matrona Irene che lo nascose nella sua casa. Scoperto, fu ucciso e gettato nella Cloaca Maxima. Fu sepolto lungo la Via Appia Antica, dove sorgono le Catacombe di S. Sebastiano.

Un legame molto stretto lega San Sebastiano e la Misericordia, entrambi impegnati nella lotta alle epidemie: San Sebastiano attraverso la devozione e le accorate preghiere dei fedeli, e la Compagnia della Misericordia sempre pronta nello svolgimento della preziosa opera di soccorso. Per sancire questo legame, dal 1575 San Sebastiano fu proclamato patrono della Misericordia, che ancora oggi lo celebra il 20 di Gennaio, nel giorno della sua morte.

A Firenze e in tutta Europa, l'epidemia maggiormente ricordata fu la peste del 1348, la cosiddetta peste nera. A causa della novità dei sintomi e dell'ignoranza riguardo ad essi, una profonda incertezza contraddistinse l'approccio da parte dei medici nel curare la malattia.

Boccaccio ricorderà la terribile epidemia di peste nell'opera che diventerà la sua icona, Il Decamerone, uno fra i più importanti lavori letterari del Trecento, descrivendo una Firenze che si staglia contro uno scenario cupo e di morte, ma lasciando spazio alla voglia e al bisogno di rinascita.

Da secoli i Fratelli della Misericordia, durante le tante epidemie che ciclicamente hanno afflitto l'umanità, sono stati in prima linea nell'opera di soccorso. Così come in questa nuova pandemia, in cui San Sebastiano e la Misericordia, continuano ad essere dei saldi riferimenti per tutta la popolazione.


 

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