Piazza Poggi: la stele "Sole per Galileo Galilei"
A cura di Rosanna Bari
Piazza Poggi, tra i Lungarni Cellini e Serristori, era chiamata in antico piazza delle Mulina per la presenza di diversi mulini lungo il fiume. Dal 1911 fu dedicata a Giuseppe Poggi (1811-1901), ingegnere, architetto e urbanista fiorentino, ricordato come l'architetto di "Firenze capitale". Egli, infatti, a capo dell'Ufficio Comunale d'Arte al tempo in cui Firenze divenne capitale d'Italia (1865-1871), si occupò del piano per i lavori di ampliamento e ammodernamento urbanistico e paesaggistico della città.
Sebbene influenzato dallo stile neoclassico del tempo, egli riuscì a ricreare uno stile personale pieno di vigore rinascimentale, guardando anche allo stile delle grandi capitali europee come, per esempio, la città di Parigi.
La piazza è dominata dall'antica Porta di San Niccolò, l'unica porta della città la cui torre non fu scapitozzata durante l'assedio del 1529-'30, mantenendo così l'altezza originaria.
Intorno al 1870, con l'avvio dei lavori di urbanizzazione, la porta rimase isolata al centro della piazza, così come tutte le altre porte cittadine. Le mura dell'ultima cinta, infatti, furono abbattute per far posto ai Viali di circonvallazione, a imitazione dei "boulevard" parigini, e per favorire l'ulteriore sviluppo della città. Fecero da splendida cornice alla piazza edifici neorinascimentali, e le scenografiche Rampe di San Niccolò che portano al Piazzale Michelangelo, magnifico affaccio sulla città e capolavoro urbanistico del Poggi.
A far compagnia all'antica Torre, nel 1997, in prossimità del Lungarno Serristori, fu inaugurata la monumentale stele dedicata a Galileo, con la quale si è voluto omaggiare il grande scienziato pisano per le sue ricerche nel campo dell'astronomia. Realizzata da Giò Pomodoro (1930-2002), uno dei maggiori scultori astratti del XX secolo, la stele è in pietra serena, è alta circa 9 metri e le fa da coronamento un grande sole stilizzato in bronzo, soggetto prediletto dall'artista. Il titolo dell'opera è "Sole per Galileo Galilei", e dagli spazi vuoti che si alternano ai pieni, i raggi del sole illuminando la scultura, ci fanno immaginare di vedere risplendere un sole vero.