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Martedì, 23 Aprile 2024
Arte: i tesori di Firenze

Arte: i tesori di Firenze

A cura di A cura di Rosanna Bari (Giornalista pubblicista e guida turistica qualificata di Firenze)

Palazzo Vecchio, Sala d'Arme: la mostra di Paolo Staccioli

A cura di Rosanna Bari

"Nel ventre antico del Palazzo/Esercizi di guerra e giochi di bimbi". Con questo titolo, nella Sala d'Arme di Palazzo Vecchio è stata inaugurata, il 10 di Luglio, la mostra dello scultore Paolo Staccioli, curata da Antonio Natali e promossa dal Comune di Firenze e dall'Associazione Giampaolo Talani.

Nato a Scandicci, Paolo Staccioli esordisce nel mondo dell'arte e delle esposizioni locali all'inizio degli anni Settanta, quando comincia ad approcciarsi alla pittura, esponendo le sue prime opere nell'ambiente artistico fiorentino.
L'arco del successivo ventennio, però, vedrà maturare la sua vera vocazione: la scultura in ceramica, che perfezionerà seguendo un percorso di formazione a Faenza, centro d'eccellenza per la produzione di ceramiche artistiche.
La creatività dell'artista adotterà così un nuovo linguaggio d'espressione che, seguendo la naturale inclinazione, lo porterà ad emergere e ad imporsi come uno dei maggiori esponenti contemporanei nel campo della ceramica.
In quello spazio che fu deposito d'armi e munizioni, le sculture di Staccioli, in bronzo e in ceramica, sembrano seguire pedissequamente la disposizione di un ordine premeditato,stabilito e studiato. Così come nelle parole di Natali: "Guerrieri che, dopo il rito della vestitura d'armi si preparano (alla stregua di gladiatori in attesa d'entrare nell'arena) a un allineamento geometrico, che si dipani sotto lo sguardo vigile dei Signori sui palchi della Loggia dei Lanzi".

Le imponenti ed austere figure di guerrieri, sagome incorruttibili e impenetrabili, così come le piccole figure di bimbi, animeranno la grande Sala, nel "ventre antico" di Palazzo Vecchio, fino al 5 di Agosto. Celando all'osservatore che, in quell'atmosfera intrisa di pacata inquietudine, attraverso la possente plasticità delle opere, quell'ordinato e muto immobilismo si prepara ad essere propulsore di una nuova rinascita.

Immersi in un'atmosfera fiabesca, dove passato e presente condividono lo stesso spazio, i suoi soggetti preferiti: i cavalli, a cui è particolarmente legato, i guerrieri, i viaggiatori, le figure di uomini e donne, racchiusi in eleganti e semplici forme che, sublimate da un magico incanto, cristallizzano e catturano lo spettatore, parte viva e integrante della mostra stessa, rendendolo così testimone di un passato glorioso.

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