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Arte: i tesori di Firenze

Arte: i tesori di Firenze

A cura di A cura di Rosanna Bari (Giornalista pubblicista e guida turistica qualificata di Firenze)

Cattedrale dell'Immagine: "Inside Dalì" la mostra multimediale sull'artista

A cura di Rosanna Bari

In prossimità di Ponte Vecchio, l'ex Chiesa di Santo Stefano al Ponte domina l'omonima piazza su cui si affaccia. Già documentata nel 1116, nel tempo ha subito molti interventi che ne hanno modificato l'aspetto, riuscendo però a mantenere intatta la romanica parte inferiore della facciata. Lo spazio interno, invece, fu completamente rivoluzionato con l'intervento secentesco che eliminò le tre navate e, in tempi più recenti, con l'aggiunta della scalinata del Buontalenti e dell'altare del Giambologna provenienti da altre chiese.

Sconsacrata nel 1986, fu poi utilizzata per concerti. Dal 2015 è stata ribattezzata "Cattedrale dell'Immagine" perché adibita a mostre multimediali immersive: un nuovo ed emozionante modo di approcciarsi all'arte. La mostra attualmente in corso, "Inside Dalì", dà anche la possibilità di conoscere, nell'apposita area museale allestita nella cripta, l'eclettica figura dello stravagante e provocatorio artista spagnolo.

Salvador Dalì (Figueres 1904-1989), uno dei maggiori esponenti del Surrealismo, subì il fascino dei grandi artisti del Rinascimento che ebbero su di lui una notevole e determinante influenza, seppure le sue opere irrazionali si concretizzassero in composizioni complesse ed enigmatiche. La sua smisurata ambizione poi, lo portò a confrontarsi, con successo, in diversi settori dell'arte tra i quali la scultura, il cinema e la fotografia.

Entrando nell'ex spazio sacro, mirabile fusione di un antico luogo e di una fruizione moderna, il visitatore si ritrova in un'atmosfera da sogno dove, attraverso il susseguirsi di immagini e in una favolistica interpretazione, inizia lo scorrere delle opere dell'artista in un raffinato confronto con i grandi capolavori che lo hanno ispirato.

La proiezione delle immagini incanta lo spettatore e lo induce a seguire, sulle pareti e sul pavimento, come in una visione surreale, gli elementi che compongono l'opera. Inoltre, la libertà di movimento all'interno della sala dà l'impressione di entrare a far parte del dipinto, trasformandolo da un'opera finita ad una in continua evoluzione.

E così le pareti della chiesa, un tempo occupate da dipinti ben diversi, continuano oggi ad essere scenario di immagini che, libere e fluttuanti, generano nello spettatore un continuo susseguirsi di emozioni multisensoriali.

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