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Arte: i tesori di Firenze

Arte: i tesori di Firenze

A cura di A cura di Rosanna Bari (Giornalista pubblicista e guida turistica qualificata di Firenze)

Centro Storico

La "Fiorita": cerimonia in ricordo della morte di Girolamo Savonarola

A cura di Rosanna Bari

Lunedì 23 maggio si svolgerà la cerimonia di commemorazione della morte di Girolamo Savonarola, preceduta da una messa celebrata nella Cappella dei Priori in Palazzo Vecchio.
La sfilata del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina inizierà alle 9,30 dal Palagio di Parte Guelfa per arrivare in Piazza della Signoria dove, sul tondo in marmo posto nel punto dove fu giustiziato Savonarola, verrà deposta una ghirlanda di fiori.

Il Corteo, poi, si sposterà sul Ponte Vecchio da dove verranno gettati in Arno petali di rosa ad evocazione di quando, dopo la morte del frate, le sue ceneri furono disperse nelle acque del fiume affinchè non restasse nessuna reliquia da venerare.

Il frate domenicano, che era nato a Ferrara nel 1452, abbandonò ben presto gli iniziali studi di medicina per dedicarsi a quelli di teologia: "Scelgo la religione perché ho visto l'infinita miseria degli uomini...".
Giunse a Firenze nel 1482 come lettore nel convento di San Marco, divenendone successivamente priore. Nella Firenze di Lorenzo de' Medici, fu un fervente predicatore che si scagliò contro la decadenza dei costumi e contro la corruzione della politica civile e di quella ecclesiastica.

Le prediche di Savonarola, nonostante i suoi modi col tempo fossero andati sempre più inasprendosi, ebbero molta influenza sui fiorentini ed anche su importanti artisti fra i quali Botticelli. Molti di loro, infatti, bruciarono le loro opere nei cosiddetti "roghi delle vanità".

Il più celebre si tenne il 7 febbraio 1497 in piazza della Signoria per bruciare tutto quello che era considerato immorale e peccaminoso, come per esempio libri proibiti, dipinti di nudi, abiti lussuosi e gioielli.
Quando Savonarola, però, cominciò ad attaccare direttamente il Papa, Alessandro VI Borgia, venne accusato di eresia e incarcerato nella cella all'interno della Torre di Arnolfo. Morì il 23 Maggio 1498 dopo essere stato processato sull'arengario di Palazzo della Signoria. Egli fu condannato a morte assieme ai due confratelli a lui più devoti: fra' Domenico Buonvicini e fra' Silvestro Maruffi.

In piazza, davanti ad una grande folla, i tre frati furono così impiccati e successivamente i loro corpi bruciati. La mattina dopo, il luogo del supplizio, dove oggi si trova la lapide commemorativa, si presentò agli occhi di tutti coperto di fiori, per questo motivo la manifestazione viene chiamata la "Fiorita".

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