"David" in bronzo di Donatello
Il celebre capolavoro dell'artista. A cura di Rosanna Bari
Scultore, pittore e architetto Donatello (Firenze 1386-1466), grazie allo studio dell'arte classica e alle innovazioni nel campo della prospettiva, rivoluzionò lo scenario artistico del suo tempo, attuando il superamento delle antiche forme gotiche che egli tradusse in moderne forme rinascimentali, con un naturalismo che rese vive le sue sculture come mai si era visto prima.
Il Salone di Donatello, al primo piano del Museo Nazionale del Bargello, ospita dal 1886, anno delle celebrazioni per il quinto centenario della nascita, l'importante collezione di sculture dell'artista, in dialogo con quelle degli artisti attivi a Firenze nella prima metà del Quattrocento. Nella preziosa tribuna donatelliana, tra il David in marmo, Amore-Attis, il Marzocco e San Giorgio di Orsanmichele, spicca fra tutte la figura del David in bronzo, prima scultura di nudo a tutto tondo dopo l'antichità, oggi posta a confronto con il David bronzeo del Verrocchio.
Commissionata a Donatello da Cosimo il Vecchio nel 1440 ca., la scultura fu realizzata a grandezza naturale, seguendo lo stile dell'arte classica ed evidenziando la bellezza efebica del giovane pastore nudo che, con astuzia e coraggio, aveva sconfitto il gigantesco e feroce Golia.
Il David di Donatello indossa un elegante cappello decorato con nastri e foglie di alloro, mentre ai piedi porta raffinati calzari. Con la mano destra impugna la spada con la quale ha appena tagliato la testa di Golia colpita con il sasso che, con orgoglio, stringe ancora nell'altra mano. Lo sguardo pensoso è concentrato verso il basso, dove il piede sinistro è appoggiato trionfalmente sul capo del nemico sconfitto. Riportate alla luce dopo il restauro effettuato nel 2007-2008, gran parte delle originarie dorature sono tornate a risplendere.
Dal 19 marzo e fino al 31 luglio a Palazzo Strozzi e al Museo del Bargello, la mostra "Donatello, il Rinascimento" a cura di Francesco Caglioti, celebra il grande maestro, protagonista del Rinascimento fiorentino, artefice di quella nuova visione dell'arte che influenzò non solo i suoi allievi, ma anche tutti coloro che vennero in contatto con le sue