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Arte: i tesori di Firenze

Arte: i tesori di Firenze

A cura di A cura di Rosanna Bari (Giornalista pubblicista e guida turistica qualificata di Firenze)

Chi sono Nata ad Augusta, in Sicilia, da quasi 20 anni vivo a Firenze, culla del Rinascimento. Ho sempre lavorato nel campo dei Beni Culturali, occupandomi di Catalogazione di Beni Archeologici presso la Soprintendenza di Siracusa e Palermo, e di Beni Storico-Artistici a Firenze. Infine, per curare un altro aspetto del mio lavoro, quello della divulgazione, mi sono qualificata come Guida turistica, per poter così trasmettere, a chi mi ascolta, la mia grande passione per l'Arte. Inoltre collaboro con riviste di settore. Contatti cell. 339-1667051 e-mail: rosannabariguida@gmail.com

Arte: i tesori di Firenze

Museo del Bargello: la "Dama dal mazzolino" del Verrocchio

A cura di Rosanna Bari

La "Dama dal mazzolino", scultura in marmo realizzata dal Verrocchio nel 1475 circa, risulta essere, molto probabilmente, il ritratto di Lucrezia Donati, donna amata platonicamente da Lorenzo il Magnifico. Capolavoro assoluto dell'artista, che rivela il suo sconfinato talento, riscontrabile nell'accuratezza della descrizione di ogni minimo dettaglio dell'acconciatura, particolarmente di moda fra le gentildonne del tempo. Nel minuzioso lavoro di esecuzione della veste che, leggera, si adatta alle forme della donna, in un intreccio di morbide pieghe e di velate trasparenze. Nella naturalezza dello sguardo che si espande fino alla gestualità delle mani che, messe ben in evidenza dal taglio sotto l'ombelico della figura, attraggono l'osservatore, focalizzando il suo sguardo sulle sottili dita che, delicatamente, stringono il mazzolino di fiori tenuto gelosamente al petto. La grande forza attrattiva delle mani, e la superba maestria dell'esecuzione, hanno fatto supporre ad un intervento di Leonardo, all'epoca giovane allievo dell'artista.

Andrea del Verrocchio (Firenze 1435 ca. - Venezia 1488), nella sua bottega, divenuta ormai fucina di grandi nomi ebbe, oltre Leonardo, allievi come Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Perugino e Lorenzo di Credi.
Verrocchio fu quindi il maestro di grandi nomi, ma nel contempo anch'egli ebbe grandi nomi come maestri. Formatosi come orafo, si specializzò successivamente nella scultura, avendo come riferimento i due capisaldi del '400: Donatello e Desiderio da Settignano, le cui opere, assieme a quelle di Verrocchio, sono esposte al Museo del Bargello.

Attingendo poi, dall'uno e dall'altro, Verrocchio sviluppò uno stile proprio, superando persino quello di Desiderio esperto nella ritrattistica femminile. Instancabile sperimentatore, intorno al 1470 si confronterà anche con la pittura, che abbandonerà presto: non prima, però, di aver trasmesso ai suoi allievi le basi per uno stile raffinato, con una particolare attenzione ai piccoli dettagli dei preziosi ed elaborati gioielli, di cui egli era indiscusso maestro.

Andrea del Verrocchio, nonostante sia stato maestro di grandi artisti, la cui fama risuona fino ai nostri giorni, rimane pur sempre un artista il cui nome non resta impresso nella memoria. Ma forse è proprio questo il destino di un grande maestro, quello di essere "offuscato" dalla fama dei suoi grandi allievi.

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