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Il nome di Firenze per "sfondare" nella ristorazione: coppia italiana porta le cene nelle case degli australiani

Lei fiorentina, lui pugliese: vivono a Perth. "Clientela di livello, si sentono importanti mangiando italiano. Vanno pazzi per il nostro cibo e amano Firenze"

Lei è fiorentina, tanto che ha studiato al Buontalenti, lui pugliese. Entrambi lavorano nel settore della ristorazione e degli hotel e 11 anni fa sono conosciuti a Portofino: da allora fanno coppia nella vita personale. Un'esperienza di tre anni in Australia dal 2012 al 2015 gli ha fatto accendere la lampadina: così da qualche anno sono tornati nel paese dei canguri. Oggi vivono a Perth, nell'Australia occidentale.

In quel luogo provano a fare coppia a tutti gli effetti anche nel lavoro, portando il marchio di Firenze nell'altro emisfero. Non lo hanno fatto aprendo un nuovo locale, ma organizzando cene italiane nelle abitazioni. Sono Cristina Dettori e Francesco Sellitri, fondatori di "Florence Fine Food".

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Oggi hanno entrambi un lavoro fisso, lui come chef e lei come receptionist in un hotel. Ma sono stati attratti da un'idea per soddisfare una domanda degli australiani, quella di mangiare italiano: una vera e propria tendenza.

Ma anziché servire il cibo in un ristorante i due italiani portano il loro cibo nelle case degli australiani. "E' un servizio molto richiesto, soprattutto in certe zone, - spiega Cristina - capita di andare in delle case veramente bellissime". Questa parte dell'Australia è isolata e molto ricca: qui ci sono il 95% delle miniere della nazione.

La cucina e i servizi che offrono sono di livello molto alto. Per una cena base si paga intorno ai 150 euro circa, ma si può anche salire se i clienti richiedono piatti o prodotti particolari. "Bevande escluse: - spiega Francesco - di solito i vini vengono acquistati dai clienti, in Australia ci sono normative molto rigide sulla vendita e la somministrazione degli alcolici".

Preparano tutto: dalla prenotazione, alla scelta delle pietanze (dalle due-tre scelte in su), fino all'apparecchiatura della tavola, per finire al cibo e al servizio. I clienti non chiedono la pizza o la lasagna, ma piatti con ingredienti speciali. E così sul menù si possono trovare piatti come una tartare di filetto con pecorino, ravioli di burrata, baccalà, o del maiale con delle pere cotte nel vino Chianti.

"Qua vanno pazzi per la nostra cucina, si sentono importanti mangiando italiano. E adorano Firenze, quando gli diciamo da dove veniamo rimangono a bocca aperta", sottolinea Cristina. Così sono andati oltre, ed hanno organizzato per gli australiani anche delle scuole di cucina.

Certo la nostalgia dell'Italia è sempre un rischio: "Da marzo 2020 i confini dell'Australia sono chiusi, si esce solo per motivi speciali. Tanto che alcuni nostri amici che hanno perso i loro cari non sono potuti tornare a casa", spiegano. "Eppure nella zona dove viviamo noi siamo stati in lockdown soltanto un mese all'inizio e due volte per meno di una settimana all'inizio di quest'anno: hanno chiuso perché c'era un caso di Covid. Uno solo. Noi non sappiamo davvero quello che significa portare la mascherina a lungo, non l'abbiamo mai dovuto fare. Invece in zone dell'Australia come Sidney la situazione è più difficile".

Per il lavoro, però, la nostalgia non c'è. Le esperienze italiane in passato non sono mancate, ma sono state più faticose che gratificanti. "E poi qui si guadagna tre volte tanto rispetto all'Italia e la vita costa meno che nel centro delle città italiane", spiega Francesco. "Il nostro futuro per ora lo vediamo in Australia", affermano senza indugi. Ma con un auspicio: "Speriamo di poter tornare alla routine di riuscire a venire in vacanza in Italia una volta all'anno".

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