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Cercasi disperatamente commessi ai Gigli: "Reddito di cittadinanza e disoccupazione, la gente non vuole più lavorare"

Da mesi su decine di vetrine sono esposti cartelli di ricerca di personale. I titolari fanno fatica a staccare: "Siamo preoccupati, non sappiamo come affrontare il periodo natalizio"

Fino a qualche anno fa si faceva fatica a trovare cartelli con suscritto “cercasi personale”. Oggi la situazione è cambiata, spesso capolvolta. Da dopo la pandemia i titolari dei negozi e aziende hanno maggiori difficoltà nel reperire lavoratori. Un esempio concreto arriva dal centro commerciale I Gigli di Campi Bisenzio. Da ormai parecchi mesi su decine di vetrine sono esposti cartelli di ricerca di personale, che i titolari fanno fatica a staccare.

Per capire i motivi di questa situazione, a tratti surreale, tramite i microfoni di Firenzetoday abbiamo chiesto ad alcuni responsabili di negozio quali siano difficoltà e ostacoli: “Cerchiamo personale da prima dell'estate – racconta il responsabile di un punto vendita – e ad oggi ancora abbiamo ricevuto pochissimi curriculum. Inizialmente pensavamo che molte persone non volessero impegnarsi per il periodo estivo, ma poi abbiamo capito che non era esclusivamente per questo. Penso che come centro commerciale siamo molto svantaggiati, perché abbiamo ritmi non paragonabili ad altri negozi fuori dal centro commerciale. Qua si lavora sempre, e siamo aperti fino alle 22. Quindi una persona che deve portare un curriculum magari lo porta prima da un'altra parte e poi in un centro commerciale. Lavorare qua dentro a lungo capisco che non è facile da sopportare. Una soluzione sarebbe fare contratti su misura per chi lavora in posti come il nostro, con alcuni benefit, come un numero di domeniche chiuse all'anno, ma queste sono direttive che dovrebbero arrivare dal governo”.

Non solo il problema di lavorare fino a sera, ma al nocciolo della questione ci sarebbe anche altro. Più dirigenti raccontano come, già durante i colloqui, una pletora di persone abbia rifiutato il lavoro perché già percettori di indennità di disoccupazione o reddito di cittadinanza: “La questione va avanti ormai da quasi un anno. Il problema maggiore è questa Naspi che viene data in continuazione e il reddito di cittadinanza che viene dato ad oltranza. Tante persone alle quali ho fatto il colloquio mi chiedevano prima quanto fosse lo stipendio e poi mi davano risposta negativa per questo motivo. Giustamente, se percepisci il reddito e accetti un lavoro, dopo tre mesi te lo tolgono, quindi chi glielo fa fare di venire a lavorare quando possono stare a casa e guadagnare. Non c'è interesse a lavorare, soprattutto tra i giovani”.

Difficoltà nelle nuove generazioni quindi? Qualcuno ha risposto così: “Prima era diverso, magari si apriva alle due e si lavorava due domeniche al mese, però non è possibile che questi giovani non abbiano bisogno di lavorare. Penso che sia cambiata la mentalità. C'è un problema educativo, i giovani di oggi non sono stati responsabilizzati abbastanza. Probabilmente noi adulti abbiamo sbagliato qualcosa”.

Una situazione critica e urgente, da risolvere il prima possibile visto che nelle settimane il calendario delle compere incasellano "Black Friday" e il periodo natalizio: “Siamo molto preoccupati, perché il personale è esiguo e non sappiamo come affrontare i mesi di novembre e dicembre – afferma un'altra responsabile -. Al momento stiamo cercando di ovviare alla problematica facendo venire da altri negozi alcuni commessi, ma anche negli altri punti vendita non siamo messi bene. Stiamo chiedendo straordinari ai nostri lavoratori, ma se la situazione non cambia non so come faremo per i prossimi mesi”.

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