Seves, ancora in alto mare le trattative con Triton

Riaccendere i riflettori sulla Seves manifattura dei mattoni di vetro, che ormai da più di un anno ha il forno spento 97 lavoratori in cassa integrazione è un punto interrogativo che cresce ogni giorno sul suo futuro. E' questo l'intenzione dei sindacati. Verso i primi di maggio era arrivata un offerta vincolante per la fabbrica dei mattoni di vetro. Si trattava di un fondo di investimento tedesco Triton, con sede nell'isole di Guernsey e uffici in grande città europee. Da quel momento le trattative si sono succedute velocemente, ma ad oggi ancora nulla di certo si sa.

Una delle condizioni dell'offerta è era l'accettazione da parte degli azionisti della Seves vendessero le loro azioni al prezzo simbolico di un euro. Unica condizione a cui l'offerta era vincolata era l'assenso dei creditori, i tre istituti bancari, Banca Intesa, Unicredit e BNP. Assenso che sembrava arrivato ma poi si è tutto risolto in un nulla di fatto.

Da voci di corridoio sembra che la trattativa sia sempre tra Triton e le banche creditrici e che oggi un accordo non ci sia ancora.

“La situazione è preoccupante – spiega Bernardo Marasco Filt Cgil Firenze – ci sono 97 lavoratori in cassa integrazione fino a giugno 2014, ma ogni giorno che si perde è un segmento di mercato che si perde. Il forno è spento ormai da pià di un anno. E necessario che la situazione si sblocchi presto per non perdere attrattive e concorrenzialità sul mercato”.

All'inizio della trattativa due istituti bancari avevano accettato le condizioni dell'offerente manca il terzo istituto che non si era pronunciato. Secondo i ben informati la trattativa sarebbe ancora ferma perchè non è semplice trovare un accordo che soddisfi tutti.

I sindacati promettono battaglia e il nuovo coinvolgimento di tutte le istituzioni pubbliche del territorio.