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Scandicci, cacciatore ferito muore dopo un mese d’agonia

Indagato l'amico della vittima. L'incidente avvenne sulle colline di San Vincenzo a Torri. Il 57enne si è spento nella notte di Natale nell'ospedale di Careggi

Non ce l’ha fatta Secondo Secondini, il 57enne colpito da un colpo di fucile il 16 novembre sulle colline di Scandicci. Le ferite che aveva riportato avevano fatto subito capire che si trattava di una situazione critica. E nella notte di Natale l’uomo, originario di Sansepolcro e residente a Montespertoli, si è spento in un letto dell’ospedale di Careggi.

Aveva gravissime lesioni e, pur operato più volte, i chirurghi non hanno potuto estrarre il proiettile - un pallettone da cinghiale - entrato dall'addome e fermatosi troppo vicino all'aorta. La procura ora indaga per omicidio colposo l'amico, un cacciatore fiorentino, che sparò.

Inoltre il pm Filippo Focardi, che non ha disposto l'autopsia, ha comunque incaricato i sanitari di Careggi di effettuare un riscontro diagnostico sulla salma e di prelevare il proiettile da caccia, così da mandarlo al Ris di Roma per verificare che tipo di munizionamento sia stato usato. L'incidente di caccia avvenne nei pressi di San Vincenzo a Torri dove alcuni conoscenti, fra cui la vittima, si erano recati per addestrare i cani nelle battute a selvaggina volatile. Secondo una ricostruzione però, ad un certo punto, il cacciatore che guidava i cani avvisò, da una certa distanza, che stava sopraggiungendo un cinghiale.

Il cacciatore che poi è stato indagato, armò il fucile con munizioni adatte ed esplose colpi di fucile verso l'animale: colpì il cinghiale ma un pallettone andò fuori bersaglio e raggiunse la vittima, forse addirittura dopo esser stato deviato dal metallo di una recinzione.

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