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La comunità iraniana torna in piazza: "No alla dittatura della Repubblica Islamica" / VIDEO

A quaranta giorni dalla morte di Mahsa Amini. Centinaia di persone hanno manifestato in piazza Santissima Annunziata

Nel pomeriggio la comunità iraniana è tornata in piazza, stavolta in Santissima Annunziata dopo le due manifestazioni di piazza Sant’Ambrogio delle scorse settimane. Centinaia di persone hanno detto di nuovo “no alla dittatura” della Repubblica islamica, a quaranta giorni dalla morte della giovane Mahsa Amini, deceduta in ospedale dopo le violenze della polizia morale che l'aveva arrestata perché portava il velo in modo “improprio”. Morte a cui sono seguite centinaia di vittime tra cui le giovani: Nika Shakarami, Sarina Esmailzadeh e Hadis Najafi. Un giorno importante perché si è protestato anche in Europa: a Berlino si è tenuta una manifestazione con ottantamila persone. 

I manifestanti hanno sfilato in mezzo alla folla della piazza alzando cartelli con le foto delle persone uccise durante le manifestazioni in Iran delle ultime settimane. In piazza è stata distribuita una vernice rossa con la quale i manifestanti si sono impregnati i palmi delle mani per dipingere una parte della bandiera iraniana stesa per terra. Grande commozione e partecipazione, tanti cartelli e striscioni, la bandiera dell’Iran sventolata e “Bella ciao” cantata in lingua farsi. Il trio iraniano Bowland ha poi cantato, accompagnato dalla folla, la cover di una canzone tradizionale: “Sar umad zemestun”.  

"Il 22 ottobre saranno 40 giorni dalla morte di Mahsa Amini. Da quel giorno in Iran sono cominciate grandi proteste e non si sono mai fermate. Il regime ha reagito con forti repressioni e il risultato sono migliaia di arresti, più di 220 morti tra cui almeno 27 minori. Attacchi alle università, scuole, persino quelle elementari, attacco al carcere di Evin e attacco alla moschea di Zahedan sono solo alcuni esempi dell’operato criminale della Repubblica Islamica dell’Iran" le parole della comunità iraniana di Firenze, per ribadire "l'appoggio ai concittadini in Iran" e per chiedere allo Stato italiano e all’Europa di "chiarire la propria posizione nei confronti del regime criminale di Teheran".

La manifestazione è stata anche l’occasione per mostrare un Qrcode che rimanda a una petizione popolare - da un milione di firme - con cui si chiede che i governi espellano i diplomatici iraniani e che vengano liberati i prigionieri politici. 
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