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Martedì, 16 Aprile 2024
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Storie dal Mondiale: la bici "ve la facciamo noi". Nasce "Piedelibero", l'officina sociale

Riciclo delle biciclette abbandonate nella depositeria e il reinserimento sociale attraverso l'attività lavorativa. Pezzi unici, artigianali, a tutti i prezzi: da 40 euro fino alla top class, un gioiello da 380 euro

Ci sono i Mondiali di ciclismo e ci sono le polemiche sul traffico. Manca un elemento, le due ruote, appunto. Le biciclette che, oltre ad essere il mezzo su cui si sfideranno i campioni del Giro, del Tour e delle classiche, sono una vera e proprio filosofia di vita. La bici non è solo sport e fatica, che fa da cornice al mito. La bici è muoversi senza inquinare, in un certo senso è una presa d’atto, un gesto di responsabilità.

E di libertà, se a costruirle, anzi se a ri-costruirle sono i detenuti e gli ex detenuti delle carceri fiorentine. Si tratta di biciclette riciclate –  ma di design – realizzate da chi ha fatto un pezzo di vita al buoi e ora prova a tornare alla vita. Mezzi prodotti nelle officine della Cooperativa Ulisse nell’ambito del progetto “Piedelibero” che ieri è stato presentato dal sindaco Matteo Renzi quale iniziativa sociale clou in vista dei Mondiali di ciclismo.

“Del tema delle carceri - ha sottolineato il sindaco Matteo Renzi, che ieri, al termine della conferenza stampa, ha comprato una bicicletta da uomo blu con ruote rosse - si parla spesso quando ci sono eventi negativi: ma i problemi nazionali non si affrontano con provvedimenti ‘una tantum’ ma con operazioni e sfide culturali ed educative. Per questo siamo felici di promuovere questa iniziativa bellissima con la cooperativa Ulisse che da tanti anni lavora con i ragazzi del carcere e che ora vede la nascita di un brand di prodotti che verranno commercializzati. E’ un modo bello per dimostrare il volto etico e solidale di Firenze proprio nei giorni dei Mondiali di ciclismo”.

“Piedelibero è Milleunabici 2.0 – ha spiegato il vicesindaco Saccardi – ovvero la continuazione di un progetto sociale targato Firenze che amplia i propri orizzonti. È anche l’occasione per modificare la progettualità interna al carcere attraverso una operazione di promozione e marketing”.

Il progetto si è caratterizzato attraverso il riciclo delle biciclette abbandonate nella depositeria comunale altrimenti destinate alla rottamazione e il reinserimento sociale di detenuti ed ex detenuti attraverso l’attività lavorativa connessa.

Adesso il salto di qualità. Da un’idea di Catoni Associati, agenzia di pubblicità fiorentina attenta alle tematiche sociali, nasce “Piedelibero ri-cicli”. Una iniziativa che unisce etica ed estetica e che consiste nella creazione di un marchio per rendere le biciclette prodotte dalle officine del carcere di Sollicciano e dell’Istituto penale minorile Meucci riconoscibili e uniche. Il restauro non è più solo funzionale, ma prevede uno studio di re-design che comprende la scelta di colori e accessori.

Le officine della Cooperativa Ulisse sono il perfetto laboratorio, fucina di creatività, capacità ideativa, competenza meccanica e luogo di recupero di materiale da rottamare dove si assemblano, si creano e si realizzano le biciclette Piedelibero. Un luogo in cui si fa formazione dei giovani e si producono artigianalmente biciclette di qualità. E si costruisce opportunità concrete per il reinserimento sociale degli ex detenuti.

E “Piedelibero” è destinato a superare i confini delle officine di recupero delle biciclette, diventando il brand identificativo per tutti gli oggetti che in un prossimo futuro saranno prodotti all’interno delle strutture penitenziarie fiorentine. Ad iniziare dai gadget e dall’accessori legati alla bicicletta. In questo modo sarà possibile ampliare la produzione e quindi raddoppiare i posti di lavoro all’interno e all’esterno degli istituti di pena.

LE BICICLETTE FIRMATE DA 'PIEDELIBERO'

Attualmente sono tre le officine in funzione: a Solliccianino, all’Istituto Meucci e nella struttura della cooperativa Ulisse collocata in un edificio di proprietà comunale accanto al Ponte della tramvia (ingresso dal parcheggio di via Baccio Bandinelli e dalla pista ciclabile lungo l’Arno). Dieci le persone che vi lavorano, tra cui 3 minori. Circa 600 le biciclette vendute ogni anno sulle circa 900 ritirate dalle depositeria comunale grazie a una convenzione con l’Amministrazione comunale (circa il 20% dei mezzi non è riutilizzabile), 70 le due ruote consegnate al Comune e distribuiti a vari uffici (servizi sociali, cultura, istruzione, Polizia Municipale, sport e ambiente).

È questa una delle attività promosse dall’Amministrazione all’interno delle carceri fiorentine che, ogni anno, coinvolgono circa 700 detenuti per un investimento totale di 340.000 euro. Si va dal progetto con Arci per attività culturali in carcere a quello per il reinserimento sociale e lavorativo con l’associazione Ciao, dal centro diurno Attavante gestito dall’Associazione Volontari Penitenziari alle attività sportive in carcere fino all’acquisto di buoni mensa per detenuti semiliberi indigenti. Il vicesindaco ricorda poi le strutture residenziali convenzionate con il Comune per i soggetti in permesso-premio, sottoposti a misure alternative alla detenzione, esecuzione penale esterna al carcere o appena dimessi dal carcere: ovvero il Centro Samaritano gestito dalla Caritas e il Centro Casanova gestito dall’associazione Ciao.

In vendita tre modelli di bici “Piedelibero”: il base, ovvero le classiche bici vendute finora con prezzi (da 40 a 70 euro); il medio invece è una bicicletta nuova assemblata (tre tipi da 180, 240 e 280 euro); il modello top è invece una bicicletta riassemblata con pezzi originali e esclusivi. Si tratta quindi di un prodotto di artigianato e il prezzo si attesta su 380 euro.

Sul sito www.piedelibero.it è possibile avere ulteriori informazioni e soprattutto acquistare le biciclette.

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