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Sollicciano: Balotelli visita il carcere e conquista i detenuti

Stamani una delegazione della nazionale italiana di calcio ha visitato il carcere di Sollicciano. Scompare la vicenda Ipad, ovazione per l'attaccante Mario Balotelli

Domani tutti gli occhi saranno su di loro, con speranze, attese  e trepidazione. “Tira, passa, goal” saranno alcune delle parole usate in bar e nelle case di tutt’Italia sperando che la nazionale italiana di calcio superi la Slovenia, per le qualificazioni agli Europei 2012.
Oggi c’è stata una visita a chi quella partita potrà vederla in tv, forse nemmeno quello; quelli che allo stadio non possono andare non per mancanza di tempo o daspati, ma solo perché detenuti. Stamani il mister Cesare Prandelli accompagnato dal team manager Gigi Riva, e i due campioni  Balotelli e Buffon hanno fatto visita al carcere di Sollicciano.
Duecento nella sala cinema dell’istituto, all’arrivo dei giocatori zampilli di entusiasmo, urla, grida, richieste di autografi pareva uno stadio. In sala la gran parte erano africani, maghrebini e albanesi coloro che di solito c'è chi etichetta come stranieri. Sincere le parole dell’attaccante, in veste più da oratore che di sportivo: “Ragazzi, vi dico di non mollare mai, tutti hanno almeno una occasione nella vita". Ovazioni, e ovviamente scrosci di applausi.
Non manca qualche domanda-trabocchetto rivolta al giocatore sul caso Ipad. Il primo a rispondere è Riva "IPad? Ai miei tempi c'era altro". Poi lo stesso super-Mario, dopo la domanda diretta di un recluso: "L'IPad lo avevo nel riscaldamento, in panchina non l'ho portato".
 

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