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Fiorentina - Juventus, niente scontri. Passione, sfottò e un ‘bersaglio’: Conte

Uno stadio viola, una Fiorentina da applausi, un pubblico strepitoso. Nessuno scontro ma tanta ironia sugli spalti. Il 'bersaglio' preferito della tifoseria, Antonio Conte

Tutti in piedi al triplice fischio finale, tutti ritti ad applaudire. Certo se  la traversa di Jovetic, il tiraccio strozzato e impaurito di Ljajic o il colpo di testa di Pasqual fossero entrati sarebbe stato tutt’altro affare e forse ancora saremo intorno alla stadio a festeggiare. C’è mancato poco, pochissimo; bravi lo stesso. Bravi per aver dominato in tutte le zone del campo la squadra più forte del campionato, quella che per intenderci non perde da oltre 40 partite. È mancato il gol, pazienza. Brava la società che dopo un anno davvero terribile ha saputo svoltare, far pulizie e cambiar passo.

Brava la Viola, bravi i Della Valle. L’applauso più bello, tuttavia, se lo meritano i fiorentini. Lo stadio ieri sera era spettacolo puro per gli occhi. Colori della passione, colori dell’anima. La storia di questo amore ha braccia e gambe lunghissime, quintali di cuore e di corde vocali. Ieri sera la magia si è rinnovata. Dentro lo stadio, quando all’ingresso delle squadre la Fiesole si è ‘vestita’ di viola e di storia con quella bandiera enorme della Repubblica Fiorentina ‘disegnata’ dai tifosi e con quello striscione: “La Vecchia Signora s'inchina alla Repubblica Fiorentina”. Fuori dallo stadio, tra un panino e una birra, nell’attesa spasmodica della grande serata. Un po’ perché c’era da ‘vendicare’ i 5 gol presi lo scorso anno, che per altro ancora bruciano come l’alcol sulle ferite fresche. Un po’ perché la rivalità con i bianconeri fa parte del corredo genetico di Firenze, è incollata all’anima del tifoso.

PREPARTITA – C’è chi comincia a sentire l’adrenalina e parla poco. Chi invece ride e canta con gli amici. Chi parla di Juve senza nominarla mai, “questa squadra a strisce”. C’è un ragazzo bardato, completamente viola: maglietta di Jovetic, sciarpa alla vita, sciarpa al braccio, fascia in testa, braccialetti. Non sa come finirà ma è convinto di una cosa: “essere troppo più belli di loro”. E poi ci sono gli scaramantici, quelli che non si sbilanciano per paura possa succedere il contrario di ciò che sperano. E allora tentennano, la buttano “sull’attenzione”, predicano “prudenza” e chiudono sempre con un “a me piace cantare alla fine”. Chi dopo, chi prima: “Facciamo la partita, vinciamo noi”. Vicino, palo.

Fiorentina- Juventus: striscioni e curva | by Infophoto

STADIO – Nella bolgia del Franchi spicca uno striscione che rimarrà negli annali del calcio: “Antonio ti ho tenuto il posto: tranquillo non ti si tocca un capello...”. Applausi a scena aperta. Una partita sola, un campionato dentro un campionato; un trofeo invisibile ma bellissimo da accarezzare. E allora adrenalina, tensione, speranze, ma anche ironia al massimo. Se poi aggiungi quanto sia semplice per un toscano buttarla sul ridere il gioco è fatto. Il bersaglio preferito, il mister ombra Antonio Conte. Era inevitabile, dopo tutte le polemiche dei giorni scorsi ed il valzer della postazione. E così sugli spalti si sono sbizzarriti: ‘Con-te alla Snai’, ‘Non sei conte, sei duca: ducapelli’, ‘Conte la postazione più adeguata, per te è a Sollicciano dietro a un’inferriata’. E poi contro gli Agnelli, ‘boni solo da mangiare’ con anche ‘il menù del giorno: gobbi al forno’.

LA SODDISFAZIONE DI PRADE' AL TERMINE
 

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