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Martedì, 30 Aprile 2024
Calcio

L'ex arbitro fiorentino Gianluca Rocchi nella "Hall of Fame del Calcio Italiano"

Due volte miglior arbitro della Serie A, con 263 partite arbitrate in carriera è il secondo nella classifica di tutti i tempi di gare dirette in Serie A. Oggi è designatore della CAN A e B

L'ex arbitro fiorentino Gianluca Rocchi è stato inserito nella "Hall of Fame del Calcio Italiano", raggiungendo così colleghi illustri come Luigi Agnolin, Paolo Casarin, Pierluigi Collina, Roberto Rosetti e Nicola Rizzoli.

Le 263 partite arbitrate in carriera lo collocano al secondo posto nella classifica all time di gare dirette in Serie A alle spalle di Concetto Lo Bello. In carriera vanta anche due premi come miglior arbitro italiano nelle stagioni 2017/2018 e 2018/2019.

"Sono contentissimo e orgoglioso di ricevere questo premio - ha detto Rocchi - non avrei mai immaginato di poter entrare nella Hall of Fame. I nomi dei premiati che mi hanno preceduto rendono l'idea dell'importanza di questo riconoscimento, ognuno di questi grandi arbitri ha fatto a suo modo la storia. Ognuno con la sua personalità, ognuno con il suo stile. Perché non esiste un arbitro uguale ad un altro", ha dichiarato il quarto miglior arbitro al mondo nel 2019 secondo la classifica dell'IFFHS.

Rocchi ha raccontato com'è nato il suo sogno di arbitrare: "Avevo quindici anni, giocavo a centrocampo ma senza avere grandi prospettive. E così ho deciso di restare in campo ma con un nuovo punto di vista. Arbitrare è una droga, quando inizi non vuoi più smettere. Chi ha fatto l'arbitro resta arbitro tutta la vita". I consigli per i giovani arbitri che vogliono arrivare in Serie A: "Sicuramente bisogna fare tanti sacrifici, ma le soddisfazioni sono tantissime. Ogni volta che fischi l'inizio di una partita, che sia un match di Promozione o la finale del Mondiale, ti metti in gioco.È una sfida con se stessi. La personalità è fondamentale, ma si può formare con il tempo. Un arbitro deve avere innanzitutto un profondo senso di giustizia, deve essere onesto intellettualmente ed essere innamorato del calcio".

Oggi è designatore della CAN A e B, un ruolo del quale parla così: "È molto più difficile che dirigere una partita. Quando arbitri devi pensare solo alla tua gara, adesso invece ad ogni giornata sono responsabile di 10 partite di Serie A e 10 di Serie B. E quando uno dei ragazzi sbaglia è come se quell'errore lo avessi commesso io".

Sul futuro della classe arbitrale: "Non esistono arbitri infallibili, esistono invece tanti giovani direttori di gara promettenti che come i giovani calciatori hanno bisogno di tempo per crescere: "Sono ottimista, ci sono molti ragazzi bravi che hanno voglia di imparare e mettersi in gioco. Anche io, Collina, Rosetti e Rizzoli abbiamo incontrato delle difficoltà all'inizio. Bisogna dar loro fiducia, con l'auspicio che non sentano questa fiducia solo dalla Federazione, ma anche dai club".

In quanto alle partite salienti, dirette nell'arco della sua carriera Rocchi, è particolarmente affezionato a queste tre: "Il primo Roma-Lazio del 2007, poi Spagna-Portogallo, la prima delle tre partite che ho diretto nel Mondiale russo, e la finale di Europa League del 2019 tra Chelsea e Arsenal, il massimo per un amante del calcio inglese come me. Non a caso ho deciso di lasciare come cimelio al Museo del Calcio la divisa che ho indossato quel giorno. Rimpianti? Ho diretto una finale di Europa League e una Supercoppa Europea, mi è mancata la finale di Champions League".

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