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Batistuta all'Hall of Fame: "Ho messo il cuore in una città che mi ha dato il cuore"

Il 'Re Leone' dopo Platini e Van Basten entra nella casa dei grandi del calcio italiano. Nel palco la sua maglia numero 9, quella Viola, che ha consegnato al Museo del Calcio. Premiati con lui, Capello, Moratti, Baresi

“Si è creato un feeling incredibile tra me e i tifosi. Ho messo il cuore in una città che mi ha dato il cuore”. Il ‘Re Leone’, Gabriel Omar Batistuta è tornato nella sua Firenze per entrare di diritto nella Hall of Fame del calcio italiano. Giocatore straniero 2013, assieme a Platini e Van Basten. Da oggi nelle pareti del Museo del Calcio, a Coverciano, ci sarà anche la maglia numero 9 del grandissimo ‘Bati’.

Un simbolo, un statua d’oro, la corsa alla bandierina, la mitraglia: Batistuta è stato la Fiorentina, quindi Firenze. Per questo oggi Palazzo Vecchio e il Salone dei Cinquecento, quando mancavano poche ore alla sfida tra Fiorentina e Verona, è stato preso d’assalto dai tifosi Viola. Tutti con la sciarpa, tutti lì a provare a stringere la mano, abbracciare, fotografare chi per 152 volte (nessuno a segnato come lui con la maglia della Fiorentina) lì ha fatti urlare di gioia.

E pazienza se la Rai, che curava la diretta dei riconoscimenti targati Fgic, si sia dimenticata del grosso della carriera di Batistuta. Nella videoclip di presentazione dell’attaccante argentino, prima della consegna del riconosciumento, si è partiti dalla Roma, dall’Inter (di cui sono stati fatti vedere anche allenamenti e gol sbagliati), e poi solo alla fine un paio di gol e una ‘smitragliata’. Pace: se la tv pubblica si è dimenticata dei gol alla Juve, all’Arsenal, al Barcellona, alle rovesciate, alle sventole da fuori aria, alla dimensione plastica della potenza perfettamente amalgamata a rapidità e tecnica, in sala e fuori (perché in tanti non sono potuti entrare nel Salone dei Cinquecento per il pienone) non se l’era dimenticato nessuno.

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Batistuta, apparso in grande forma, è stato premiato dal sindaco Renzi e dal presidente dell’Aic Damiano Tommasi, che con Batistuta ha vinto uno scudetto con la Roma. “Avevo 16 anni – ha ricordato il sindaco – e durante una radiocronaca di Juventus-Fiorentina fu annunciato l’ingresso di Batistuta. Nessuno, o in pochi, lo conoscevano. Poi ha fatto la storia della Fiorentina e oggi riceve un meritatissimo riconoscimento riservato ai grandi”. E ai ragazzi in sala Renzi ha aggiunto: “Ragazzi ricordate, siate campioni non solo nello sport, ma soprattutto nella vita”.

Prima di Batistuta, tuttavia, la sfilata di altri campioni, i cui nomi da oggi sono stati inseriti nella casa dei grandi: Franco Baresi (Giocatore italiano), Fabio Capello (Allenatore italiano), Massimo Moratti (Dirigente italiano), Cesare Gussoni e Sergio Gonella (ex aequo nella categoria Arbitro italiano), Gianni Rivera (Veterano Italiano) e il due volte Campione del Mondo Eraldo Monzeglio (Premio alla memoria). Tanti applausi per tutti, con il presidente della Figc Giancarlo Abete “felice di poter ricordare le persone che stanno facendo e che hanno fatto grande il nostro calcio”.

CAPELLO/MORATTI - I premiati, nominati da una Commissione composta dal Presidente dell’Ussi Luigi Ferrajolo e dai direttori delle maggiori testate giornalistiche sportive nazionali, hanno consegnato un cimelio simbolico della loro carriera che andrà ad arricchire la sezione ‘Hall of Fame’ del Museo del Calcio. E se Fabio Capello – premiato da dal ct della Nazionale, Cesare Prandelli – ha portato con sé la maglia con cui segnò lo storico gol del primo successo dell’Italia con l’Inghilterra a Wembley (“i nostri tifosi all’epoca erano stati apostrofati come 25mila camerieri a Wembley. Noi li abbiamo fatti felici”), Massimo Moratti ha consegnato una targa dello storico ‘Triplete’ conquistato dall’Inter.

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Cesare Gussoni e Sergio Gonella, che ha donato come cimelio la divisa indossata per la finale Mondiale del 1978, sono stati premiati dal presidente dell’Aia Marcello Nicchi e dal presidente dell’Aiac Renzo Ulivieri. Il tutto sotto gli occhi del designatore arbitrale della Uefa Pierluigi Collina (“dobbiamo essere grati per quello che hanno fatto”), entrato a sua volta nella ‘Hall of Fame’ nel 2011.

BARESI - Dopo Roberto Baggio (2011) e Paolo Maldini (2012), è entrato a far parte della ‘Hall Of Fame’ anche un’altra bandiera del Milan e della Nazionale come Franco Baresi, premiato dal Membro d’Onore della Figc Antonio Matarrese. Insieme hanno ricordato la finale del Mondiale del 1994 persa con il Brasile: “Non me lo fate rivedere – ha scherzato Baresi quando in sala sono partite le immagini del rigore sbagliato nella finale di Pasadena – è vero ho avuto il coraggio di tirarlo, forse sarebbe stato meglio non farlo…”.

RIVERA – Da un simbolo del Milan a un altro, il gol realizzato da Gianni Rivera nello storico 4-3 alla Germania nella semifinale del Mondiale del ’70 resta una delle pagine indimenticabili della storia della nostra Nazionale. L’attuale presidente del Settore Tecnico della Figc, premiato dal presidente della Lega di Serie B Andrea Abodi, ha raggiunto così nella categoria Veterano della ‘Hall of Fame’ altre due leggende del nostro calcio, Gigi Riva e Dino Zoff.

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