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Turismo sostenibile? Firenze dice sì

Le principali mete turistiche italiane si uniscono in un Network che promuove destinazioni e modi di viaggiare per le quali l'ambiente è una priorità

Firenze è tra gli attori principali, assieme a Milano, Roma, Venezia, Napoli e Rimini per promuovere un turismo sempre più impegnato nell’impiego di energie pulite, protezione del patrimonio e salvaguardia dell’integrità naturale e culturale.

La città, tra le capitali mondiali del turismo dell’arte e della buona cucina, fa parte del Network Grandi Destinazioni Italiane per il Turismo Sostenibile (GDITS), un punto di riferimento unitario e un primo passo per lo sviluppo di una rete più vasta, a scala nazionale e internazionale, delle grandi destinazioni turistiche di massa impegnate per un turismo sostenibile.

L’obiettivo di questa rete virtuosa (e si spera trainante per l’intera Penisola) è il sostegno e l’incentivo a un tipo di turismo che esalti le nostre bellezze paesaggistiche – naturali e storico-artistiche – con un approccio sostenibile e un impatto ambientale il più possibile ridotto.

 Questo è quel che si intende per turismo sostenibile, ovvero un turismo che implichi attività che non alterino l’ambiente naturale, sociale, culturale e artistico; concorrano allo sviluppo delle attività sociali ed economiche presenti nel territorio e garantiscano condizioni di maggiore accessibilità e integrazione.

 “È molto importante – commenta Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia – il pensiero che sta dietro la creazione di questo network: l’aver finalmente compreso che l’Italia possa fare della sostenibilità il motore di una rinnovata competitività e centralità del turismo nostrano a scala europea e internazionale: siamo stati i numeri uno negli anni ‘60 e ’70, possiamo e dobbiamo ritornare a esserlo”.

L’Italia infatti – e questo  sta alla base del progetto - deve puntare sul rilancio della crescita turistica in modo sostenibile per le evidenti ricadute positive in termini di crescita occupazionale, di supporto al superamento della crisi economica, di tutela dell’ambiente, delle risorse naturali che tanto hanno “sofferto” nei trascorsi decenni di boom turistico, di valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale, che è davvero ciò che caratterizza il nostro Paese nel mondo e che tutte le altre nazioni ci invidiano.

 L’auspicio è che così si inneschi un circolo virtuoso che, partendo dai risultati e benefici che si possono ottenere, si estenda a macchia d’olio alle altre realtà del turismo italiano sia in termini verticali, all’interno di tutta la filiera del comparto turistico, che orizzontali, investendo territori sempre più estesi.

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