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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Salvati dalla speculazione edile i vecchi “Orti di Firenze”

I comuni di Firenze, Scandicci e Lastra a Signa in collaborazione con l'università di Firenze riportano in vita "gli orti di Firenze"

Si parla molto in questi tempi di valorizzazione, o rivalorizzazione, dell'agricoltura, di ritorno ai campi e di investimenti su un settore che dal dopoguerra in poi ha visto diminuire lentamente non solo la forza lavoro, ma anche l'attenzione della popolazione e delle autorità governative in merito.

Il mestiere di agricoltore, che fino agli anni '50  era considerato come una scelta lavorativa dignitosa e scontata per gli abitanti della campagna, ha visto nel tempo diminuire a poco a poco il suo appeal nell'immaginario collettivo, finendo per essere relegato a una specie di sotto-mestiere per i meno fortunati.

Fortunatamente questa tendenza mentale ha iniziato in questi ultimissimi tempi a invertirsi e oggi il settore agricolo si trova a essere guardato da molti sotto una nuova luce. Parliamo non solo di giovani decisi a seguire uno stile di vita più autentico e a contatto con la natura, ma anche di imprenditori interessati a questo segmento dell'economia relativamente vergine e non ancora saturo di speculazioni.

Un settore, insomma, dove le prospettive di guadagno sembrano concrete. I fattori implicati in questa inversione di tendenza sono ovviamente molteplici e vanno dalla crisi economica alla presa di coscienza popolare sui benefici di una dieta composta da prodotti locali invece che importati. E' impossibile analizzarli tutti, ma quello che conta è che nell'ultimo anno il numero di progetti lanciati sul territorio Toscano sul tema della rivalorizzazione agricola è triplicato rispetto al solito trend annuale portando nuova linfa, e soprattutto nuovo verde, in molte zone semi rurali non ancora fagocitate dall'urbanizzazione sfrenata.

Fa parte di questi il progetto “Rivalorizzazione dell'oltregreve”, zona Mantignano-Ugnano, mirato a rendere nuovamente atti alla produzione agricola gli sterminati campi situati nella zona alla sinistra dell'Arno tra i Comuni di Scandicci,e Lastra a Signa chiamati un tempo “gli orti di Firenze” ma lasciati ormai da decenni all'incuria e l'inutilizzo. 

Molte le parti coinvolte nell'iniziativa: oltre ai sopracitati comuni, si aggiunge quello di Firenze per la supervisione, la facoltà di agricoltura dell'Università di Firenze per le conoscenze tecniche e molte società agricole locali per la competenza diretta. Le aspettative per la buona riuscita dei lavori sono alte e il successo augurabile, dato che darebbe il via ai “suoi simili” in attesa di valutazione presso le autorità competenti.

Intervistato sulle motivazioni dietro all'iniziativa, l'assessore provinciale all'agricoltura Pietro Roselli ha dichiarato:
“Consideriamo che questa zona fin dai tempi dei Lorena era la discarica degli organici di Firenze, si è quindi creato nei secoli e nel tempo un Humus perfetto per fare agricoltura. Questo, unito ai processi contemporanei dove c'è il giusto ritorno a una dimensione più umana di consumare prodotti vicini a casa e non importati da tremila km di distanza. L'idea nasce da questi presupposti per rilanciare il settore e farne un'opportunità di lavoro soprattutto per i giovani”


Alessio Cammelli, cootitolare dell'azienda agricola Cammelli commenta:
"Noi ci auguriamo che questo progetto diventi un volano per il lavoro in questo settore, dove non mancano affatto le possibilità di impiego, ma manca la redditività, anzi son scappate anche troppe persone nel corso degli anni".

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