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Tre storie d'amore fiorentine

Con l'avvicinarsi di San Valentino ecco tre grandi storie d'amore nate a Firenze

Bianca Cappello e Fancesco I De' Medici

Al numero 26 di via Maggio si trova il Palazzo di Bianca Cappello, donna di straordinaria bellezza, amante e in seguito moglie del Granduca di Toscana Francesco I de' Medici. 

Questa residenza venne costruita per Bianca dal Granduca stesso: la scintilla tra i due scoccò quando erano ancora entrambi sposati, tanto da divenire uno degli amori clandestini più chiacchierati della Firenze antica. Una relazione circondata da morti improvvise e misteri ancora oggi irrisolti.

I loro rispettivi coniugi, infatti, morirono in circostanze improvvise e sospette: la moglie del Granduca perse la vita in un incidente, mentre il marito di Bianca venne assassinato in strada.

In seguito a questi eventi, Bianca e il Granduca si unirono in matrimonio. Ma dopo una cena presso la villa di Poggio a Caiano, i novelli sposi si ammalarono gravemente e morirono entrambi dopo giorni di agonia. Avvelenamento o tragica fatalità? Il mistero resta ancora oggi irrisolto.

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Ippolito e Dianora, i Romeo e Giulietta fiorentini

E se Verona ha Romeo e Giulietta, Firenze ha Ippolito e Dianora. Un amore sofferto che ha portato quasi alla morte. Ma in questa storia l'amore ha la meglio sull'odio. I piccioncini di Santo Spirito appartevenrano a due famiglie nemiche di guelfi e ghibellini che covano antichi rancori. Alla casata de' Bardi appartevena Dianora, a quella dei Buondelmonti Ippolito.

Quando il giovane la vide durante i festeggiamenti di San Giovanni, se ne innamorò perdutamente. Ma appena scoprì l’identità della fanciulla, la malattia dell’amore lo colse: come avrebbero mai potuto acconsentire al loro matrimonio?

Ippolitò si ammalò gravemente, per poi confessare alla madre che, se non avesse avuto in sposa Dianora, avrebbe scelto la morte. La donna, mossa a compassione dalla richiesta del figlio, trovò il modo di farli incontrare. I due giovani decisero di sposarsi in segreto, organizzando una fuga d’amore. 

Si racconta però che la notte prefissata, mentre Dianora aspettava il suo amato affacciata al balcone, qualcosa andò storto: Ippolito venne scoperto e condannato a morte per furto in flagranza di reato. Ippolito, pur di non disonorare l’amata, accettò la condanna e il giorno dell’esecuzione  chiese di essere condotto alla forca passando per vai De’ Bardi, nella speranza di vedere Dianora un’ultima volta.

Dianora, appena lo vide passare sotto la finestra, si precipitò giù per le scale, implorando la grazia per l’amato e confessando tutta la verità sull’episodio. Una gran folla accorse e  le due Casate furono convocate: la Signoria si impose allora sull’antico odio delle Famiglie, stabilendo la validità dell’unione. I due giovani vissero così felici e contenti, fino alla fine dei loro giorni.

Dante e Beatrice

Concludiamo con la coppia più rappresentativa della Firenze antica: il sommo poeta e colei che lo condusse alla beatitudine nel Regno dei Cieli.

Come racconta lui stesso nell'opera "Vita Nova", Dante incontrò l’amata Beatrice Portinari all'età di 9 anni, per poi rivederla un'ultima volta all'età di 18. Pare che l'incontro avvenne durante una messa alla Badia Fiorentina, situata nel cuore della città antica davanti al Bargello.

Alcuni, invece, sostengono che la chiesa dell'incontro fu quella di Santa Margherita dei Cerchi, poco distante dalle abitiazioni dei celebri personaggi. Questa piccola chiesa di via dei Cerchi, infatti, è ancora nota come "Chiesa di Dante e Beatrice".

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