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Vandalismo contro la statua di Montanelli: raid condannato nella roccaforte rossa

Condannato l'atto contro la statua del giornalista di Fucecchio

L'atto di vandalismo contro la statua di Indro Montanelli continua a tenere banco. Sabato sera la statua del giornalista di Fucecchio è stata infatti imbrattata sull’onda delle manifestazioni seguite all’uccisione di George Floyd, l'afroamericano ucciso negli Stati Uniti da un poliziotto. Una morte che ha scosso l'opinione pubblica e da cui si sono innescate più proteste, portando a capitolare anche statue di ex schiavisti. 

In Italia l'omaggio a Montanelli è stato preso di mira dall’associazione dei Sentinelli, che si batte contro le discriminazioni, che ne ha chiesto la rimozione. L'associazione aveva inviato una missiva al sindaco Beppe Sala e ai consiglieri comunali per chiedere la rimozione dal giardino intitolato a Montanelli, ricordando l'episodio del "matrimonio" con una ragazzina eritrea durante la guerra d'Etiopia negli anni '30: un episodio controverso nella biografia di uno dei "padri" del giornalismo del ventesimo secolo.

Proposta a cui è seguito un raid rivendicato da Rete Studenti Milano e LuMe. Un imbrattamento che si accoda a quello di due anni fa quando le femministe del Non una di meno (Nudm) gettarono vernice rosa sulla statua in occasione di una parata per la festa della donna. 

Il blitz contro la statua // video

L'episodio, su cui è stata aperta un'inchiesta, è stato già condannato dall'Anpi (l'Associazione nazionale dei partigiani) e dallo stesso sindaco Sala.

Anche nel Fiorentino la questione ha sollevato polemiche e critiche. La destra ha chiesto di intensificare un servizio di sorveglianza presso la tomba di Indro Montanelli, nel cimitero di Fucecchio, prima che a qualcuno "baleni in testa" l’idea di emulare quanto avvenuto nel capoluogo lombardo.  

Il candidato presidente PD alle prossime Regionali, Eugenio Giani, ha tuonato definendolo il gesto del weekend "esecrabile": "Ognuno può pensarla come vuole, ma quando si passa dalla cronaca alla storia è necessario mantenere un giusto approccio ed essere oggettivi sui valori della persona. Indro Montanelli è stato forse il più autorevole giornalista che l'Italia ha avuto nel ventesimo secolo. La Toscana penserà ad azioni per valorizzarlo".   

 A sostenere questa posizione anche l’Associazione Nazionale Case della Memoria. Una realtà, sostenuta dalla Regione, che abbraccia 78 case museo in 12 regioni italiane e che nella sua rete accoglie anche le “Stanze” di Montanelli ospitate all’interno del Palazzo della Volta di Fucecchio (Firenze), sede della Fondazione Montanelli Bassi. Si tratta dei due studi del giornalista, quello di Milano e quello di Roma, trasferiti nel suo paese natale, che conservano numerose testimonianze legate alla vita e alla carriera del giornalista.

"Crediamo che anche solo ventilare l’idea di rimuovere la statua di Indro Montanelli significhi non solo offendere la memoria di un grande giornalista ma anche tradire la memoria storica del nostro Paese, quella che la nostra associazione, attraverso la valorizzazione delle case-museo dei grandi personaggi si impegna a tutelare - afferma Adriano Rigoli, presidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -. Siamo quindi d’accordo con quanto già espresso dalla Fondazione Montanelli Bassi nel condannare questa polemica paradossale".
 
 

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