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Tunnel Tav, si riparte a inizio 2015? "Impossibile"

Secondo Idra i tempi non tornano: Nodavia, come prescritto dal ministero dell'Ambiente, ha intercettato nel Cnr il soggetto pubblico terzo per la classificazione delle terre di scavo. Ma il Cnr ha chiesto tempo: "almeno 8 mesi"

I lavori per il sottoattraversamento Tav a Firenze “potranno riprendere sicuramente nei primi mesi del 2015”; dall’inchiesta giudiziaria che ha bloccato la realizzazione dei tunnel arrivano “segnali positivi”; infine Monna Lisa, la gigantesca fresa TBM, la cosiddetta ‘talpa’ parcheggiata nel cantiere di Campo di Marte, sarà sostituita con “un nuovo mezzo”. Tre punti fermi sottoscritti da Vincenzo Ceccarelli, l’assessore regionale alle infrastrutture. Un “positivismo” che, secondo Girolamo Dell'Olio, presidente di Idra, storica associazione per la tutela del patrimonio ambientale, “cozza con la realtà dei fatti, visto che- racconta alla Dire- siamo arrivati addirittura ad un’istruttoria da parte dell’Autorità nazionale Anticorruzione”, guidata da Raffaele Cantone, “supplementare” all’inchiesta della Procura di Firenze. Un’istruttoria partita, appunto, da un esposto di Idra “che proverà a far luce- continua Dell’Olio- sui tempi di esecuzione, i costi dell’intervento, le perizie di variante, il piano degli affidamenti, il contenzioso sul general contractor, la qualificazione delle rocce di scavo, l’ipotesi di sostituzione della fresa già presente in cantiere e perfino sulle quote di società Nodavia passate da Coopsette a Condotte”. Una situazione che semmai “fa che aggravare lo scenario. Tanto che da un ente pubblico autorevole come la Regione Toscana ci aspetteremo un momento di riflessione, se non di partecipazione a questo tipo di istruttoria, perché, evidentemente, le cose non sono affatto chiare”.

Idra, inoltre, contesta quel ‘re-inizio’ lavori che Ceccarelli ha fissato nei primi mesi del 2015. “Per una ragione che sta nella carte”, sottolinea Dell’Olio. “Dopo l’arresto di Gualtiero Walter Bellomo”, il geologo siciliano membro della commissione di valutazione d’impatto ambientale nell’ambito dell’inchiesta sul nodo Tav Firenze (sospeso con decorrenza immediata dall’allora ministro dell’Ambiente Andrea Orlando), “il 24 ottobre 2013, il ministero dell’Ambiente ha comunicato a Nodavia, al costruttore, la sospensione cautelare del Put (Piano di utilizzo delle terre, ndr)”. In quella stessa ingiunzione il ministero ha imposto, inoltre, il rifacimento del piano di utilizzo delle terre di scavo, con un paletto, il principale, a cui Nodavia è costretta a sottostare: “La documentazione da parte della società proponente il piano- scrive il ministero- deve essere opportunamente elaborata, unicamente e inequivocabilmente, da un soggetto pubblico che verrà interessato dalla medesima società”.

Nodavia ha intercettato nel Cnr il soggetto pubblico terzo richiesto dal ministero. Cnr che, sull’analisi terza delle terre di scavo, ha posto un tempo tecnico di “almeno 8 mesi”. Richiesta di proroga che Nodavia, “con un documento- spiega Dell’Olio- inviato il 15 luglio 2014”, ha girato al ministero che, a sua volta, l’ha accolta. “Detto questo- chiede Dell’Olio- non si capisce come l’assessore ricavi queste notizie: o non è abbastanza informato o forse è troppo informato. Resta il fatto che la Regione, a parere nostro, si dovrebbe cautelare a che le cose vengano fatte nella maniera corretta”. Per quel che riguarda la nuova ‘talpa’, Idra, infine, pone un dubbio: “L’assessore Ceccarelli dà notizia dell’intenzione di Rfi di portare un nuovo mezzo di scavo. Rfi, evidentemente, non è il soggetto costruttore ma quello che affida i lavori. E’ il soggetto costruttore che si dovrebbe procurare un nuovo macchinario per lo scavo. La domanda: chi paga?”

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