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Truffa delle mascherine, Lega e Fratelli d'Italia: "Gravissimo spreco di risorse pubbliche, Rossi si dimetta"

Alberti (Lega) : "Inaccettabili carenze nei controlli", Marcheschi (Fdi): "Esposto alla Corte dei conti, danno erariale evidente"

“Ho chiesto le dimissioni di Rossi e la sospensione di coloro che sono indagati fino a conclusione dell’inchiesta pratese sulla 'truffa delle mascherine da 50 milioni di euro". 

A dichiararlo è consigliere regionale Jacopo Alberti (Lega), a poche ore dal Consiglio Regionale di oggi, mercoledì 17 giugno, in cui si terrà una comunicazione di giunta, chiesta dal portavoce dell'opposizione, proprio in merito alle indagini in cui sono coinvolti anche dei dipendenti di Estar, la centrale d'acquisto regionale per la sanità pubblica.      

"In queste ultime settimane sono emerse, grazie alle indagini delle forze dell'ordine, delle carenze nei controlli inaccettabili e non giustificabili con l'emergenza Coronavirus - spiega Alberti -. Certo non si è colpevoli fino al terzo grado di giudizio, ma se c'è il sospetto che siano state commesse irregolarità o leggerezze, bisogna necessariamente prendere provvedimenti".

"Ho voluto portare la questione della truffa delle mascherine cinesi in aula con la richiesta di comunicazione della Giunta, protocollata venerdì all'indomani del blitz della Guardia di Finanza a Prato - prosegue Alberti -  proprio perché questa vicenda merita di essere affrontata di fronte al Consiglio e ai cittadini. Non si tratta solo di una truffa ai danni dello Stato, ma anche di una truffa ai danni dei toscani, che ci è costata milioni di euro”.

Quindi l'affondo prettamente politico: "Rossi ha utilizzato, fin dall'inizio dell'emergenza, la distribuzione delle mascherine gratuite da parte della Regione solo come mezzo propagandistico. E nonostante gli allarmi e le segnalazioni che arrivavano anche dai cittadini, non ha provveduto a controllare chi davvero produceva le mascherine toscane. Mi sembra che ci siano state delle gravi inadempienze, che hanno portato a bruciare, tra mascherine cinesi e ventilatori fantasma, qualcosa come 50 milioni di euro dei cittadini toscani. Oggi in aula ci aspettiamo delle risposte – scandisce Alberti – e, visto il disastro causato, le dimissioni di Rossi”.

Secondo l'esponente leghista, "Estar ha praticamente dato il mandato per la produzione di mascherine a 5 aziende senza preoccuparsi di verificare la modalità e la tipologia di produzione, oltretutto senza avere ancora le certificazioni necessarie sulle mascherine, ovvero le validazioni dell’Istituto superiore della Sanità che ne attestano l’efficacia protettiva".

Inoltre, sono stati pagati "ben 7 milioni di euro per 200 ventilatori polmonari mai arrivati, pagati peraltro in anticipo ad un’azienda con un capitale sociale di 2.500 euro. Come è stato possibile? Capisco che in un momento di emergenza, con l’accaparramento di materiali e la corsa alle forniture, ci possa essere stata un’ingenuità e poco tempo per riflettere, ma pagare 7 milioni così alla leggera...".

Contro Rossi anche il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi): “Ho depositato un esposto alla Corte dei Conti sullo scandalo delle mascherine non certificate - spiega -. L’ho fatto per difendere i soldi dei toscani e di fronte al muro di gomma del Governatore Rossi e di Estar".

Secondo Marcheschi, "Era palesemente sbagliata la scelta politica di Rossi delle “mascherine toscane”, dall'analisi dei documenti risultate poi non certificate. Altri Governatori non hanno fatto tale scelta perché consapevoli che le mascherine certificate non si sarebbero potute trovare in Italia. Rossi ha proseguito su una strada impercorribile spendendo molto, molto più del dovuto. Milioni di soldi pubblici sprecati per non avere un prodotto di qualità, dispositivi di protezione idonei che garantissero medici e cittadini".

Il Governatore Rossi e la dottoressa Monica Piovi, dell’Estar, non possono comportarsi da vittime perché quando si gestisce soldi pubblici in emergenza si deve assicurare la trasparenza - aggiunge Marcheschi -. Dobbiamo capire come mai sono state fatte trattative dirette con alcune aziende rispetto ad altre e perché Regione ed Estar non hanno mai fornito contratti e delibere di spese, da noi chieste più volte".

"Vogliamo anche sapere se hanno siglato un contratto che preveda che il prezzo delle mascherine si abbassi fuori dall’emergenza. La Regione ha acquistato ad un prezzo di 0,45 euro e adesso invece in circolazione si trovano mascherine certificate a 0,50. Il danno all’erario è evidente" conclude Marcheschi.

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