"Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano annuncia un piano di chiusure degli oltre 700 luoghi di culto islamico informali o non autorizzati censiti in Italia. Bene, se ci sono abusi e' dovere dello Stato perseguirli. Tanto piu' se in questa rete di 'moschee in garage' si annidano rischi di radicalizzazione e proselitismo fanatico. Ma se simultaneamente alle chiusure dei luoghi abusivi non pensiamo a un piano di aperture di moschee autorizzate faremo un doppio danno". Lo spiega il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi in un post su Facebook. 

Il danno sarebbe "alle centinaia di migliaia di fedeli che hanno bisogno di pregare e a noi- chiarisce-, cittadini di uno Stato laico che tutela la liberta' di culto con l'art. 8 della Costituzione. In Italia ci sono oltre 1 milione 600 mila musulmani. Sono il 32% degli stranieri. Lavorano, consumano, contribuiscono alla nostra economia e nelle ore dedicate allo spirito hanno bisogno di pregare. In Italia pero' ci sono solo 6 moschee vere e proprie. Sara' forse per questo che proliferano le 'moschee in garage'? Poniamoci la domanda seriamente, come farebbe ogni stato adulto e maturo". 

La logica di Rossi e' che se "non accompagniamo i divieti alle licenze e se non tuteliamo la liberta' di preghiera e di adunanza, in questo caso, rischiamo forse di fare un favore a chi non attende altro che un'ondata di islamofobia e di radicalizzazione per uscire allo scoperto e predicare l'odio. Chi ha a cuore il progresso e la democrazia deve impegnarsi per la legalita' e deve contrastare gli stereotipi e l'odio oscurantista che rischia di farci arretrare. Rivolgo un appello al Partito Democratico- aggiunge- perche' il dibattito su questo fronte nelle citta', nei paesi e nei territori, sia alto e profondo e soprattutto non dominato dal pregiudizio e dalla paura. Abbiamo il diritto e il dovere di costruire un paese civile".