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Incontro tra sindacati e Palazzo Vecchio: “Non ancora discusso il piano industriale”

Dopo il corteo di ieri i sindacati si sono seduti al tavolo di confronto con Palazzo Vecchio. Sulla privatizzazione di Ataf servizi: "Per il momento non è stato discusso il piano industriale"

Lo sciopero dei dipendenti Ataf ha prodotto disagi agli utenti, ha paralizzato il traffico sui viali, ha scombussolato le vie del centro, ma ha provocato anche un vero e proprio scossone dentro le mura di Palazzo Vecchio. Dopo l’incontro tra parte dell’entourage amministrativo e i delegati della Rsu Ataf, si va infatti delineando una scenario del tutto nuovo che nei prossimi giorni promette di fare scintille. I sindacalisti sono stati ricevuti nel tardo pomeriggio dal presidente del Consiglio Comunale Giani, dall’assessore alla mobilità Mattei e da Bonifazi e Dormentoni, capogruppo del Pd in Consiglio il primo, consigliere comunale e membro dell’esecutivo metropolitano del Pd il secondo. Dall’incontro i rappresentanti sindacali sono usciti con un mezzo sorriso e forse hanno ascoltato parole insperate fino ad oggi che possono riaprire la partita sui trasporti. Da quanto è emerso durante l’incontro, il nuovo piano industriale Ataf non è del tutto condiviso o quantomeno i sindacati sono usciti forti della certezza che non tutto è perduto, che c’è ancora molto da stabilire, e che la ristrutturazione aziendale non è così scontata come è stata raccontata fino ad oggi.

 “Quattro autorevolissime personalità della maggioranza di Palazzo Vecchio – racconta Ismael Ori, delegato Filt \ Cgil e membro dell’esecutivo della Rsu Ataf – ci hanno confermato che ancora il piano industriale non è stato discusso, così come la scissione e tantomeno l’ingresso di capitale privato nell’azienda”. Palazzo Vecchio, prima di esprimersi su una possibile ristrutturazione industriale, vuole capire bene quanti soldi rimarranno nelle casse Ataf dopo i tagli fatti da Roma alle regioni; non solo, è in attesa che la Regione pubblichi il bando della gara europea che stabilirà il prossimo gestore di tutta la rete dei trasporti regionali. Una volta che entrambe le variabili saranno chiarite e sviluppate, allora, e solo allora, la Giunta prenderà in considerazione un possibile piano di rilancio del trasporto fiorentino.

 “La cosa veramente importante e nuova – ha continuato Ori – è la distanza che si è creata tra le parole arbitrarie del presidente Bonaccorsi e dell’assessore Falchetti, e la gran parte del Consiglio di Palazzo Vecchio. Se le cose stanno veramente così si potrebbe riaprire un dibattito che pareva chiuso”. Era stato lo stesso Dormentoni che, nel pomeriggio di ieri a nome del Pd, durante la seduta del Consiglio Comunale, aveva indirizzato la discussione sui binari della politica e della concertazione, allontanandosi da quel decisionismo arbitrario denunciato dai sindacati. Pur aprendo all’ingresso dei privati sostenendo che Ataf “non può più contare soltanto sui comuni soci”, Dormentoni ha auspicato che la politica possa trovare una via dove tutti i soggetti interessati facciano seriamente la loro parte senza esclusioni, ma soprattutto “che la discussione venga al più presto portata in ambito consiliare e comunale”, la sede più opportuna per “salvaguardare le professionalità e rilanciare l’azienda”.

Alle parole del democratico fanno eco, da più parti e da più giorni, quelle di molti esponenti politici di Palazzo Vecchio: l’opposizione da qualche giorno sta invitando l’amministrazione a riferire in Consiglio quello che sta accadendo attorno ad Ataf; sulla stessa linea la posizione di , capogruppo in Consiglio del Sel Firenze e molto preoccupato dal possibile approdo di capitali privati all’interno dell’azienda dei trasporti fiorentina: “siamo abbastanza turbati – ha affermato Cruccolini – dell’inserimento dei privati nel settore dei trasporti pubblici. La logica del privato è quella del ricavo, e ci sembra che con i tagli apportati dal Governo ci sia da guadagnare poco.  Secondo noi va incentivata la logica dell’ampliamento migliorativo del pubblico, e non sommare ai tagli del Governo ulteriori tagli dei privati”. Cruccolini ha proseguito ricordando che un’eventuale piano industriale “dovrebbe essere tracciato da un atto di indirizzo comunale come abbiamo fatto per quanto riguarda la vicenda dell’acqua.”
 

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