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Domani sciopero Ataf, strappo tra Comune di Firenze e Regione

Domani sciopero degli autobus. Dure critiche per la gestione operata dal sindaco per la possibile corsa solitaria del Comune di Firenze

Ataf, verrebbe da chiedersi a che punto siamo. Ad oggi è difficile indicare quale delle possibili strade percorreranno i bus nel prossimo futuro. Il ventaglio delle opzioni, se fino a qualche mese fa sembrava circoscritto da un confine ristretto, adesso è completamente aperto a nuovi orizzonti. Tutti possibili, plausibili, forse confusi. Prima dell’estate, fino alla pausa estiva, la parola d’ordine era privatizzare: all’inizio il 40%, poi dopo l’analisi dell’advisor, l’intero pacchetto dei servizi. Solo i servizi, non gli immobili. Due società distinte: una pubblica a controllo del capitale immobiliare, l’altra privata a capo di bus e autisti. In linea di massima doveva essere questo il piano economico rintracciato dai nove sindaci soci dell’azienda. Un piano preciso, frutto della necessità, così dicevano i soci pubblici, di ricercare un partner privato economicamente forte, autorevole, per permettere ad un’azienda in perenne perdita di camminare su gambe più robuste, senza gravare troppo sulle casse comunali. La parola magica: ottimizzare.  

GARA – Un piano economico circoscritto da due paletti: la gara regionale per il gestore unico del trasporto pubblico e la concertazione con i sindacati. Due limiti ineludibili, pareva. Invece i limiti, che di solito fissano i confini del dibattito, si sono capovolti, rovesciati, ed hanno fatto da trampolino di lancio per scenari nuovi. Le carte così si sono rimischiate, ne è uscito fuori un mazzo nuovo, con più jolly del previsto. C’è di mezzo un braccio di ferro, due gare europee parallele, ed il destino dei lavoratori. Il braccio di ferro è quello tra Regione e Comune di Firenze; Matteo Renzi non ha infatti ancora firmato le deleghe che sanciscono il controllo del TPL dal Comune alla Regione. Perché? Per due motivi, illustrati dall’assessore alla mobilità Massimo Mattei. “Nella gara regionale non sono stati inseriti i binari della tramvia” ha dichiarato Mattei lunedì in Consiglio comunale e perché Palazzo Vecchio si aspettava da parte della Regione “un occhio di riguardo per Firenze, per la zona metropolitana”. Tradotto, il valore economico dei milioni di chilometri fatti a Firenze non può essere equiparato a quelli fatti a Grosseto o Livorno. Ad ogni zona il suo prezzo, dice Firenze, e se il capoluogo è il boccone più grosso ed appetibile dell’intera gara, allora glielo sia riconosciuto con un adeguamento economico importante.

SCENARI FUTURI - Questa frattura, lontana da una rapida ricomposizione, sta squarciando i vecchi piani per riproporne di nuovi. Firenze è l’unico comune, con Siena, che ancora non ha firmato le deleghe. L’unica dei nove soci in Ataf a non aver consegnato il mandato nelle mani regionali. Due le ipotesi: o Renzi troverà un accordo con Rossi all’ultimo minuto, oppure le linee interne ai confini comunali non faranno parte della gara. Per una vicenda che si trascina da mesi, questa di ottobre è la novità più importante dell'intero percorso. Se così fosse Firenze, avrebbe le mani libere: si sgancerebbe dagli altri comuni e dalla Regione, con tutto ciò che ne comporta. Se dovesse succedere, Palazzo Vecchio si metterebbe nelle condizioni di poter scegliere: o trovare un partner privato, oppure creare una grande azienda cittadina municipalizzata. La prima opzione prevede una procedura che passa per legge da un bando pubblico europeo; la seconda invece ha delle controindicazioni forti. Il sindaco Renzi è stato chiaro, “se non vendiamo l’azienda, dobbiamo recuperare 5 milioni dall’attuale bilancio”. Come? “Prepensionamenti, taglio dell’integrativo, più produttività”, cioè meno giorni di riposo, da 84 annui a 61, allineandosi con la media nazionale. E sulle risorse che verrebbero a mancare dalla Regione? E’ ipotizzabile che parte della tassa di soggiorno verrebbe spesa in questa direzione. Vista da così Firenze sembrerebbe avere il coltello dalla parte del manico. Renderebbe la gara regionale meno appetibile (senza il piatto ricco rappresentato dai milioni di chilometri ed utenti annuali che percorrono le strade fiorentine), avrebbe in teoria la copertura finanziaria per imbarcarsi in avventure solitarie, e farebbe da calamita per i possibili investimenti del capitale privato. La partita è aperta, ora sta alla Regione fare la propria contro mossa.

SINDACATI – In mezzo al calderone i dipendenti Ataf. Per domani è stato sancito lo sciopero di 24 ore (salvo le fasce di garanzia, 6 -9,15 / 11,45 – 15.15). E’ la quarta volta nel 2011 che i sindacati incroceranno le braccia. Una protesta sottoscritta da tutte le sigle sindacali che porterà inevitabili disagi alla circolazione cittadina. Questa mattina la Cgil ha fatto il punto della situazione. “In questi mesi – ha dichiarato Mauro Fuso, segretario generale della Cgil Firenze – non ci siamo mai confrontati su un vero piano industriale, chiaro, lineare. Certo siamo disposti a confrontarci su questa nuova ipotesi che punta al pubblico ma non sotto ricatto”. Alla Cgil i conti infatti non tornano. “Non capiamo – continua Fuso - dove il sindaco abbia preso questi numeri, dove abbia pescato le cifre di questo taglio necessario, 5 milioni”. Il segretario della Cgil avanza poi un’osservazione sul merito: “non si tratta il futuro dell’azienda sulle pagine dei quotidiani; per questo ci sono le sedi istituzionali indicate. Io non parlo come l’ultimo iscritto della Cgil , ma le mie parole sono guidate dal ruolo che ricopro. Così dovrebbe fare il sindaco, che ha un ruolo istituzionale importante, e non può comportarsi come un cittadino qualunque. Quando le proposte passano prima dai giornali ho sempre sentito puzza di bruciato”. Per la Cgil in sostanza resta la proposta avanzata qualche settimana nei tavoli della concertazione: spin-off aziendale, cioè la separazione dei servizi dagli immobili, partecipare alla gara con l’accordo sottoscritto al Cispel, e poi solo dopo la gara, aprirsi ad un partner privato e sempre in quota minoritaria. “Se Firenze non partecipasse alla gara – ha affermato Alessandro Carmignani, segretario della Cgil - Filt Firenze – sarebbe un fatto gravissimo. Perdere questo treno vorrebbe veramente mettere in discussione il futuro dell’azienda e del trasporto pubblico fiorentino. E’ il momento che il TPL toscano e locale si trasformi in massa critica per sopperire ai fortissimi tagli del Governo”. L’ultima battuta del segretario Fusi è rivolta al sindaco Renzi: “il problema è che non si tratta solo del Tpl; quando il sindaco dice il Comune ci metterà i soldi negati dalla regione, non si rende conto che la questione è molto più ampia. C’è di mezzo la scuola, gli asili, il lavoro. In questo quadro generale come si può rinunciare con questa disinvoltura ai finanziamenti regionali”.
 

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