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San Lorenzo: possibile pensione forzata per i banchini storici

Non si è trovato l'accordo tra il sindaco Renzi e la Confesercenti. Il primo cittadino vuol fare un regalo alla città per la festa di San Lorenzo ma l'associazioni di categoria si prepara alla battaglia

Il mercato di San Lorenzo così com’è a Renzi ed alla Giunta di Palazzo Vecchio proprio non piace. Gli ambulanti lo sanno bene, ne hanno discusso ieri insieme al sindaco ed al suo vice Nardella per trovare una soluzione, ma le parti per il momento sembrano lontane anni luce. Le parole d’ordine per il nuovo riassetto sono quattro: bellezza, decoro, vivibilità, made in Toscana. Questi i cardini che l’amministrazione intende perseguire, con ogni mezzo, anche affrontando il dissenso di chi in quella piazza ed in quelle strade ci lavora da anni.

RIASSETTO. Qualcosa si è smosso ieri durante l’incontro tra le associazioni di categoria e Renzi, qualche passo in avanti è stato fatto, ma poca roba e marginale. Resta la sostanza: il sindaco vuol sfoltire e far spostare alcuni banchi; vuol ridare alla chiesa ed al suo sagrato lo spazio che si merita ed allo stesso tempo riconsegnare un mercato alla città ed ai turisti di qualità. "Vogliamo far tornare il Mercato di San Lorenzo - ha affermato Matteo Renzi al termine dell'ennessima riunione - ad essere una cosa bella dove poter passeggiare e gustare la qualità dei prodotti. Stiamo chiacchierando, ascoltiamo tutti. Se non saranno d'accordo andremo avanti per la nostra strada, però li avremo ascoltati, così non diranno che non ascoltiamo i diretti interessati".

FUTURO PROSSIMO. Da quanto è emerso dalle prime indiscrezioni le  bancarelle da “mandare in pensione forzata” sarebbero diverse, alcune decine, dagli 80 ai 100 padroncini. "Noi abbiamo il record italiano di bancarelle nel centro storico - puntualizza il sindaco - 520 unità; pensiamo che sono 90 a Milano, poco più di 100 a Venezia e 200 a Roma. Abbiamo il centro storico più piccolo delle altre ma abbiamo il doppio o il triplo o il quadruplo delle bancarelle che hanno le altre città. Metteremo in discussione alcune bancarelle, questo è certo; guarderemo alla bellezza ed alla qualità di ciascuna". Concretamente tutto, ancora, è da stabilire, manca il classico nero su bianco, ma il sindaco ha fretta, va di corsa. Per la festa di San Lorenzo è fortemente intenzionato a ridare alla piazza un progetto concreto, e se possibile ad iniziare i primi lavori di riqualificazione. Le tappe sono forzate: il 18 luglio nuovo incontro con le categorie, il 25 il passaggio in Consiglio per il via libera dell’ennesima rivoluzione. "Entro il 25 luglio - ribadisce Renzi - dobbiamo decidere rimodulando tutto: dai parcheggi alla pulizia, all'illuminazione alle strade sconnesse che in certi tratti la strada sembra un campo da golf".

CONFESERCENTI - Per adesso, alla posizione della Giunta, se ne sono affiancate altre 4. C’è quella di Confesercenti, Cisl e Cna.com, la parte più autorevole nel rappresentare gli interessi di quel commercio cittadino, che se da un lato tende una mano al Comune, dall’altro si prepara allo scontro. In estrema sintesi: sì alle nuove bancarelle, tutte uguali, disegnate da un progetto di un architetto, e sì anche ai prodotti vicini alla nostra manifatturiera, ma un no senza appello arriva per la proposta di ricollocazione e “potatura” dei banchi.

MONSIGNOR LIVI - A questa posizione si affianca quella del Consorzio San Lorenzo, che unisce 147 operatori, che si spinge fino a disegnare le dimensioni dei banchi, più piccoli di oggi di mezzo metro (da 3 a 2,5 m.), di modo da non operare tagli ma assicurando una maggiore fruibilità dell’area. In questa partita poi ci sono altre due posizioni che hanno un peso non indifferente: il clero ed i residenti. Don Antonio Livi, lo storico monsignore della chiesa, ha chiesto personalmente al sindaco di liberare tutto il sagrato dagli ambulanti; i residenti si affiancano all’idea di Palazzo Vecchio di ridurre il mercato ed i propri spazi, ma allo stesso tempo chiedono a gran voce che pavimentazione e illuminazione vengano rifatti quanto prima.

CASO COSAP. Un'altra indiscrezione sta circolando in questi ultimi giorni sull'affaire mercato di San Lorenzo. Tutto è legato alla Cosap, cioè il canone di occupazione degli spazi e delle aree pubbliche. Pare che non tutti gli ambulanti siano in regola con il pagamento dell'imposta; dai dati di Palazzo Vecchio si evince che circa il 40% elederebbe la tassa. Si parla, quindi, di un buco abbastanza importante. Su questo punto il sindaco Renzi è chiaro: "chi non paga la Cosap avrà le sanzioni così come previsto per legge e non ci saranno perdite per il Comune perché andremo a riprenderci l'impagato se servirà". Insomma, da una parte il Comune, che detiene la titolarità delle oltre 500 licenze in scadenza a fine 2011, dall'altra gli ambulanti a rischio sfratto, un po' per questioni legate all'immagine di Firenze un po' per la qualità dei prodotti venduti. Che la polemica abbia inizio.

 

 

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