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Rossi a Renzi: "Dimissioni subito, non a febbraio"

Il presidente della Regione: “Non può annunciare le dimissioni e poi arrivare a febbraio". Le opposizioni: "Anche Rossi era per il Sì, sconfitto pure lui"

"Questo è il momento di ricucire: replicare la divisione sarebbe un errore. Mi auguro che oggi in direzione si possa discutere con serenità". Lo afferma il presidente della Toscana, candidato alla segreteria del Pd, Enrico Rossi, in un'intervista di oggi su La Stampa.

Rossi chiede a Matteo Renzi di formalizzare al più presto le dimissioni da capo del governo, annunciate già domenica sera dopo la vittoria del No a referendum costituzionale: “Non può annunciare le dimissioni e poi come se nulla fosse continuare per arrivare al voto a febbraio".

Il presidente della Toscana chiede invece “un governo nel pieno delle sue funzioni, che sia sufficientemente forte per rappresentarci in Europa, che gestisca la situazione economica, dia tranquillità ai mercati e faccia una legge elettorale”. Dopodiché, il voto.

Rossi ha rilanciato dopo la vittoria del No la sua candidatura a segretario del Pd. Ipotesi contro la quale si esprimono però le opposizioni del consiglio regionale: “Anche Rossi era schierato per il Sì, è stato sconfitto anche lui, ma ora dice di interpretare il cambio di rotta”, affermano Tommaso Fattori e Paolo Sarti (Sì Toscana a Sinistra), che chiedono a Rossi una maggiore presenza in consiglio regionale.

“Quest’anno è stato un presidente "assente", le sue ore in consiglio regionale si contano sulle dita di una mano - proseguono -. Chi è eletto deve svolgere con impegno e serietà la funzione per cui è stato eletto. Basta con i doppi incarichi, anche su questo il referendum ha indicato un No chiaro: o segretario Pd o presidente di Regione".

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