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Il sindaco Renzi agli studenti: la politica fa schifo potete rottamarci

"La politica di questi tempi non va di moda. Vi capisco quando dite che la politica fa schifo" con queste parole il sindaco di Firenze si è rivolto agli studenti

“La politica di questi tempi non va di moda. Vi capisco quando dite che la politica fa schifo; e questo è legittimo quando si vedono scienziati del pensiero politico che passano da una parte all'altra degli schieramenti politici e parlamentari”. Con queste parole il sindaco di Firenze Matteo Renzi si è rivolto ai ragazzi delle scuole superiori che, questo pomeriggio, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, hanno partecipato ad un incontro sul tema delle occupazioni studentesche. Un’iniziativa voluta dall’assessore all’Educazione Rosa Maria Di Giorgi, che ha dato modo ai rappresentanti studenteschi di 19 scuole superiori fiorentine, presidi e mondo delle istituzioni, di incontrarsi in un unico luogo. Il tema, caro agli studenti, era quello della protesta, del suo dispiegarsi spesso in tempi in cui cadono le foglie, tra critica al sistema, filosofia e bontà dell’occupare, proposte concrete, voglia di futuro, e pretesti per interrompere il normale svolgimento delle lezioni. Una discussione antica di qualche decennio, ancora non del tutto risolta e, come del resto tutti i conflitti generazionali, senza rischio di arrugginire. Tutto il dibattito si è mosso attorno alla famosa lettera dei presidi, 18 in tutto, inviata agli studenti ad inizio dell’anno scolastico 2011. La missiva, dal titolo “Cari studenti, la scuola pubblica  non si difende con le occupazioni”, fece discutere e fa ancora parlare di sé.

La politica fa schifo – ha ribadito il primo cittadino – ma voi avete la grande chance di dimostrare che si può fare politica con la 'P' maiuscola, in modo nuovo. Diceva Don Milani: ‘Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l'avarizia’. Non vivete di pregiudizi e ideologie - ha aggiunto il primo cittadino -, siate concreti e rottamerete tutti noi. Potete dimostrare di essere persone e non numerini. Non basta essere indignati, dopo dovete fare il passo successivo, quello dell’impegno”.
Tornando al dibattito, a tratti vivace, tra presidi e studenti, Renzi si è rifatto alla lettera ed ha invitato gli studenti a ragionare sui punti proposti dai presidi senza pregiudizi precostituiti, aprendosi alla dialettica sul merito, “senza che nessuno criminalizzi la vostra voglia di proporre cose nuove”. “La vostra – ha affermato Renzi – non è una generazione in bianco e nero, voi non siete simili ad una scala di grigi; allo stesso tempo, tuttavia, se ripercorrete sempre le strade intraprese da chi c’era prima di voi, anche nelle forme di protesta, rischiate di omologarvi alle risposte del passato. Liberatevi dei pregiudizi e date concretezza alla vostra voglia di cambiamento”.
 

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